Manlio Sgalambro e i suoi 100 anni dalla nascita – 9 dicembre 1924 9 dicembre 2024
Nel centenario dalla nascita, voglio condividere una riflessione sul pensiero di Manlio Sgalambro, filosofo contemporaneo influenzato da Nietzsche ma che sviluppa un approccio autonomo, intriso di nichilismo radicale.
Sgalambro si distanzia da Nietzsche, soprattutto nel trattamento della “morte di Dio”, che per Nietzsche rappresenta una liberazione creativa e un’opportunità di superamento del nichilismo.
Invece, Sgalambro vede questa morte come una condanna, rivelando il nulla come la verità ultima e incontestabile dell’esistenza umana.
Il pensiero di Sgalambro è anche un atto di decostruzione: rifiuta la creazione di nuovi valori o la redenzione dell’essere umano, simile a Schopenhauer ma con un pessimismo ancora più radicale.
Le sue riflessioni sono caratterizzate da una visione disincantata della storia, che per lui non è un campo di crescita o progresso, ma un cumulo di rovine e illusioni, privo di possibilità di riscatto.
Sgalambro si confronta anche con il concetto di “Angelo della Storia” di Walter Benjamin, vedendo la storia non come un movimento di progresso, ma come un accumulo di disastri e fallimenti.
A differenza di Nietzsche, che cerca di affermare la vita e creare nuovi valori nonostante il caos, Sgalambro accetta il nichilismo come stato definitivo, senza alcuna speranza di redenzione.
Infine, una nota è necessaria sulla marginalizzazione di Sgalambro dalla didattica filosofica.
Tale esclusione è probabilmente dovuta alla sua visione anti-sistemica, nichilista e provocatoria, che sfida le convenzioni della filosofia tradizionale, rendendolo un pensatore più difficile da integrare nei programmi educativi standardizzati.
Cosa direbbe Sgalambro oggi di Lentini e i lentinesi ?
Sgalambro, nel suo stile pungente e distaccato, potrebbe dire:
” Lentini è come ogni altro luogo: un simulacro che tenta di sfuggire al suo destino”.
Le sue rovine, i suoi agrumi, i suoi volti il suo Biviere non sono che ombre proiettate dal nulla.
Eppure, in questa farsa che chiamiamo vita, Lentini ha il merito di non nascondere ciò che è: “un residuo dell’inutilità cosmica” .
Ci accontentiamo di questo verdetto ineluttabile?
Certo che no!
Il pensiero del Filosofo lentinese va reinterpretato.
Sta a noi rispondere alla sua provocazione con la volontà di Potenza (nietzschiana) che è nella vita.
Ci riusciremo?
Buon compleanno Maestro!
Lentini 09 dicembre
. Salvatore Giarrusso