A SIGONELLA ARRIVANO I NOSTRI ?

In Africa, ci hanno detto i mass-media stamani è scoppiata una bomba:  “Nuovo attacco a una sede diplomatica occidentale in Libia, otto mesi dopo l’incursione contro il consolato Usa a Bengasi  ( ndr: nell’attentato, nonostante  gli allarmi lanciati dalla CIA, morì l’ambasciatore Chris Stevens e altri tre americani)  e a quattro dal fallito agguato contro l’allora console italiano Guido De Sanctis. Questa volta nel mirino è finita la rappresentanza francese a Tripoli, gravemente danneggiata da un’autobomba esplosa oggi di prima mattina. Un attacco su cui si profila l’ombra di Al Qaida, anche se al momento non ci sono rivendicazioni ufficiali…”

Così apprendiamo che un bel contingente di Marines, dicono 500, ma potrebbero aumentare esponenzialmente, secondo le necessità, provenienti dalla base spagnola di Rota atterra o sta per atterrare nella base USA di Sigonella pronto a muovere verso la Libia se per caso si dovesse manifestare un qualche pericolo per gli “interessi” degli Stati Uniti d’America.

Questi uomini altamente specializzati e armati di tutto punto,  fanno parte della  Marine Air Ground Task Force (MAGTF), ovvero per chi non lo sapesse ancora, di quella forza speciale costituita già a partire dal 1989 e che  garantisce al Corpo dei Marines ed alla politica interventistica  USA, flessibilità e rapidità d’azione nei differenti e più svariati scenari di guerra nel mondo ivi compresa una risposta con le armi, rapida, quali i cd colpi di mano e altro. Insomma una sorta di guerrieri multi-uso addestrati allo scopo.

Il portavoce del Pentagono George Little ha detto stamani, che i marines della forza MAGTF potranno intervenire da Sigonella in tempi rapidissimi nel caso di nuovi attacchi al personale diplomatico o ai cittadini Usa presenti in Libia per “effettuarne eventualmente l’evacuazione”.

A noi che siamo degli attenti osservatori dello scenario mediterraneo ed europeo non sfuggono però  certi episodi che la dicono lunga a ben vedere e collegare, sul quadro che si sta determinando nell’ ambito dello scacchiere mediterraneo.

E’ noto che il Dipartimento di Stato USA ha ridotto sensibilmente da qualche giorno lo “staff” dell’ambasciata di Tripoli, ordinando di contro il rafforzamento del dispositivo di “sicurezza” gestito in loco a quanto par, solo da una dozzina di militari Usa, causa l’instabilità politica del governo tripolino. Ci è anche noto che  il 3 e 4 aprile, i Comandi delle forze navali Usa in Europa e Africa (Africom)  e della VI Flotta di stanza a Napoli, hanno ospitato in quella sede i responsabili della neo-costituita marina militare libica e del corpo della guardia-coste per discutere di “sicurezza marittima” e “cooperazione strategica”.  E’  lecito allora pensare che “qualcosa bolle in pentola”?

Nessuno però dei mass-media nazionali, ci ha detto alcune cosine, che andremo a scoprire.  La prima è che  con i “nostri” 500, giovani e forti, si prospetta l’arrivo a Sigonella pure di otto velivoli da trasporto e assalto Bell Boeing CV-22 “Osprey” (falco pescatore) ossia di una “specie” di aereo bi-turboelica in grado di atterrare e decollare come un elicottero e volare come un normale aereo alla velocità di 509 km orari con una capacità di trasporto di 24 militari equipaggiati di tutto punto (ndr:  costo unitario per ciascun veicolo di 129 milioni di dollari) con una capacità di imbarco e sbarco  di ben 192 soldati, che corrispondono a due compagnie di fanteria, con un potere deterrente per volume di fuoco che fà  impallidire le vecchie e note compagnie di fanteria della 2° G.M. e non solo quelle . Insomma una forza d’attacco, o di difesa se volete,  di tutto rispetto.

Un’altra cosa che i mass-media non ci hanno detto, ma ce ne sono ancora tante da scoprire, è che nel 2011, fu creata e resa operativa sempre a Sigonella una forza speciale di pronto intervento simile per certi versi a quella di Rota, la SPMAGTF ovverosia la Special Purpose Marine Air Ground Task Force i cui membri sono impiegati dalla ” intelligence” Usa  quali  consiglieri e anche formatori degli eserciti africani sia in attività di supporto logistico quanto di  “gestione di tattiche anti-terrorismo”. Per dirla tutta in maniera comprensibile a tutti, diciamo che questa “task force” di stanza a Sigonella ha come compito la fornitura d’intelligence e l’addestramento dei militari africani che combattono i gruppi terroristici in Maghreb e Corno d’Africa o svolgono attività di peacekeeping in Somalia.  Tutto questo avviene a Sigonella in questo sito  che è terra nostra ma d’utilizzo americano.

Ci fermiamo qui,  per evidenti motivi di opportunità, ma di cose da dire e di inquietanti interrogativi da porsi ce ne sono tanti.

I “nostri” ne sono informati ? E voi amici lettori sapevate che in questi giorni si sono svolte delle esercitazioni militari nel nostro territorio, nel palermitano per l’esattezza  senza che le amministrazioni comunali e soprattutto la Regione Sicilia a Statuto autonomo ne sapesse qualcosa ? Allora ci poniamo delle  domande lecite quanto inquietanti. Come mai questa forza “Libica” si colloca a Sigonella e non altrove? Con gli aerei a guida senza pilota i Droni non si stà elevando e di molto la presenza militare “alleata”  in Sicilia?  Non è che si intendono prendere con una fava due piccioni, pensare alla Libia e guardare a Niscemi ? Se dovessimo avanzare  l’ipotesi che il nuovo e potente arrivo di “truppa” USA serva “anche” come deterrente per i disordini avvenuti a causa del “Muos” osiamo alzare troppo la visuale e pensare male ?

Sarà e ce lo auguriamo. Ma, diceva un certo Giulio di nome e Andreotti di cognome, che di queste cose era un intenditore sopraffino che … a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

Sarà vero?

Giuseppe Parisi