di Renzo Pierpaolo Turco
Il risparmio e la lotta agli sprechi alimentari rappresentano, oggi più che mai, una prerogativa di tutte le famiglie. Districarsi nel complesso mondo delle scadenze e termine minimo di conservazione, non è cosa semplice per i consumatori non addetti ai lavori e nel dubbio spesso si preferisce gettare un prodotto che abbia raggiunto la data indicata sulla confezione.
Tuttavia con qualche accortezza, e seguendo alcuni semplici consigli, è possibile risparmiare mangiando senza alcun rischio per la nostra salute.
Gli alimenti freschi deperibili, che si conservano in frigorifero, riportano sulla confezione la data di scadenza con la dicitura “da consumarsi entro”; dopo un breve periodo successivo a quello indicato, i prodotti perdono le loro proprietà specifiche e potrebbero costituire un pericolo per la salute. Sebbene sia necessario attenersi a tale data, rispettando le condizioni ideali di conservazione, quali prima fra tutte la temperatura, esiste una certa flessibilità per il consumo di alcuni alimenti.
Il latte fresco e lo yogurt, per esempio, possono essere consumati rispettivamente fino a 1-2 giorni il primo e 6-7 giorni il secondo, oltre la data di scadenza indicata. Diverso è il caso per le uova, cui hanno una durata extra di 1-2 giorni, purché siano consumate cotte.
Il termine minimo di conservazione (TMC), indicato con l’espressione “da consumarsi preferibilmente entro”, è la data entro la quale i prodotti surgelati e quelli che si conservano a temperatura ambiente, mantengono inalterate le loro proprietà nutrizionali e organolettiche. Nel rispetto delle pratiche di conservazione del prodotto, anche il TMC permette di avere un certo grado di elasticità sulla data riportata in confezione.
I biscotti, pasta e riso, ad esempio perdono le loro proprietà rispettivamente dopo un mese i primi e due mesi i secondi, oltre il termine indicato. Carne e pesce surgelati mantengono la loro fragranza per ulteriori due mesi successivi al TMC.
Dunque, attenzione a data e modalità di conservazione!