Per il periodico Informa Sicilia, di Giuseppe Parisi. *** ***
Allarme in nord-africa, l’ambasciata d’Italia a Tripoli ha dato indicazioni ai connazionali di lasciare «temporaneamente» la Libia. Lo si apprende direttamente dalla Farnesina.
Nel caos seguito alla caduta del regime di Muammar Gheddafi assassinato da un miliziano, il paese è conteso da due governi con rispettive forze armate mentre dilagano diverse gruppi armati che sparacchiando qua e là, diventano ogni giorno sempre più potenti e con le quali bisognerà fare i conti.
L’Isis. ha creato un califfato nella città di Derna e agisce da alcuni giorni, quasi indisturbata, anche a Tripoli e Bengasi. Chi li fermerà?
Ma, torniamo a recenti fatti accaduti a casa nostra. Vi ricordate quando Silvio Berlusconi baciò la mano a Gheddafi ? Sicuramente si.
Non fu a nostro avviso una bella scena da vedere e scosse profondamente un po’ tutti. Conoscendo lo stile Berlusconiano avvolte istrione, questo gesto fu discusso come tanti altri e strumentalizzato politicamente come atto di devozione inopportuna, ma dai più giustificato, anche per gli enormi interessi italiani in Libia.
La “cosa” comunque funzionò e le nostre imprese a partire da quelle petrolifere continuarono a fare ottimi affari con il dittatore, che proprio uno stinco di santo non era, mantenendo in loco e anche incrementando, posti di lavoro ben remunerati . Inoltre Gheddafi garantiva nei confronti dell’Europa e nostri, un flusso ridottissimo di ex clandestini, oggi migranti che ogni giorno, sbarcano in Italia o muoiono a centinaia, inghiottiti dalle acque del Mediterraneo.
Beppe Grillo nel suo Blog, riportato da Manlio Di Stefano su facebook, lo citiamo solo perché è vicino ad un sentire che teniamo, almeno la stragrande maggioranza di noi, nelle nostre coscienze a fattor comune al di là di ogni appartenenza politica e partitica, dice fra l’altro:
“ … Abbiamo finanziato il regime libico, abbiamo oleato i rapporti, abbiamo fatto crescere la dipendenza del paese dal dittatore e poi abbiamo seguito la Francia nel folle bombardamento che ha azzerato il paese senza alcuna speranza di una rinascita democratica. Esattamente come in Afghanistan, Iraq e mezza Africa nera abbiamo fatto a pezzi il tessuto sociale e in quelle macerie sta entrando, come un coltello nel burro, il Califfato dello Stato Islamico (ndr: ISIS) . Ora mi raccomando, fatevi dire che era inaspettato, fatevi dire che si può solo bombardare, facciamola quest’altra guerra ma quando l’avremo finita ricordiamoci che su quelle stesse macerie sono morte anche le nostre anime .”
Possiamo dargli torto ?
di Giuseppe Parisi