Per il periodico Informa Sicilia di Francesco Valenti ***
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L’8 febbraio 2016, presso il Coro di notte del Monastero dei Benedettini, si è tenuto un Convegno dal titolo “Educare chi? Educare come? – realtà, cultura, orizzonti della scuola pubblica in Sicilia”. Il convegno, organizzato dall’Associazione culturale Rete Sophia 3.0, ha dato il via ad un ciclo di incontri/dialogo che, grazie alla partecipazione di personalità tra le più rappresentative del mondo scolastico, accademico e politico dell’Isola, ha provato a fare il punto sull’attuale situazione della scuola e sul ruolo che l’educazione ha e dovrebbe avere nella vita dei futuri cittadini.
Relatori del convegno sono stati: la prof.ssa Maria Lombardo delegata del Rettore alla didattica dei corsi di Laurea dell’Università di Catania, il dott. Giuseppe Caruso, dirigente dell’Area didattica dell’Università di Catania e l’on. Bruno Marziano, assessore alla Pubblica Istruzione della Regione Siciliana. Insieme hanno discusso del momento di crisi e di sistema della scuola italiana e siciliana “della contraddizione tra il vecchio sistema educativo e la necessità di dare risposte concrete alle domande educative dei ragazzi”.
Il dialogo, introdotto dalla presidente dell’associazione prof.ssa Marina Fisicaro, si è sviluppato attorno a tre parole chiave, equità, partecipazione e responsabilità. Tre parole da cui si dovrebbe dipanare la vera azione educativa, per ridare senso e fiducia nell’Istituzione scolastica che oggi sembra essersi un po’ persa.
Ciò che è emerso da più parti è la necessità di rafforzare e creare attivi nodi sinaptici tra tutti gli attori sociali e soprattutto tra i diversi livelli dell’istruzione e formazione, che spesso sembrano non conoscersi e anzi lavorare per compartimenti stagni. È necessaria una maggiore comunicazione e collaborazione, per riuscire a sostenere una progettualità che abbia fondamenta forti nella realtà sociale ed economica dell’Isola.
L’associazione Rete Sophia 3.0, ribadisce l’importanza che ha l’educazione, l’istruzione, per dare senso all’appartenenza prima di tutto a questa terra, la Sicilia. Quando si parla di scuola, si parla della stessa scuola che va da Capo Passero a Belluno, una scuola dove non ci sono differenze, né davanti alla Costituzione, né davanti ai ragazzi e alle famiglie, alla società tutta cui la scuola si rivolge.
Equità per dare a tutti gli studenti le stesse opportunità. Partecipazione a scuola è sinonimo di libertà. A scuola la libertà e la partecipazione si esplicano attraverso l’Autonomia. La possibilità di creare delle offerte formative attinenti con il territorio e con le richieste reali degli studenti, la possibilità di rivedere il core curriculum, che deve avere degli standard di uscita nazionale, ma poi declinarsi su situazioni concrete.
Così come la possibilità di organizzare le classi laboratorio per livelli “dall’Auditorium al Laboratorium” perché come diceva Don Milani “ Far parti uguali fra disuguali è somma ingiustizia”. Responsabilità per riflettere sul livello di responsabilità della generazione adulta nei confronti dei giovani.
Ma responsabilità è anche investire risorse finanziarie nell’istruzione, quindi serve un cambiamento specifico di cultura politica che porti l’educazione al primo posto, perché solo investendo sulla formazione del capitale umano qualificato, potremo assicurare la crescita economica della Sicilia.