PALERMO-TRAPANI-STRISCIONE “CACCIAMOLO” E RENZI ENTRA ALL’ARISTON DA UNA PORTA SECONDARIA

Per Informa Sicilia di Giuseppe Parisidirettore_piccolo

I mass-media, almeno quelli asserviti al  potere, non ne parlano affatto e chi lo fa minimizza al meglio, facendo passare i dimostranti pericolosi elementi dediti alla violenza, sino a ieri “fascisti” , oggi visto che questa favola non incanta più nessuno, sono divenuti dei senza patria che non hanno ne arte ne parte, dei diseredati, nulla facenti e facinorosi sobillatori dell’ordine pubblico.

Ma a Palermo oggi a leggere alcune testate meno  sensibili al potere politico, c’è stata una vera e propria giornata di guerriglia urbana, dove, chi doveva ubbidire agli ordini ricevuti, ha usato, gioco forza, il manganello, “bonificatore palese” di ogni velleità , nei confronti di chi ha “osato” protestare in faccia a Renzi .

Rendetevi conto, amici lettori di  cosa scrivono alcuni giornali on-line:

BlogSicilia.it contestazioni per il premier anche fuori dal cine-teatro Ariston. Studenti, disoccupati, precari della scuola e della formazione professionale, contenuti dalle forze di polizia, hanno protestato contro il presidente del Consiglio.  Renzi è dovuto entrare da una porta secondaria in un’area transennata e interdetta al pubblico.

Il Fatto Quotidiano:‎  Renzi contestato a Palermo, scontri tra polizia e manifestanti. Manganellate sullo striscione “Cacciamolo”

La Repubblica:‎ Proteste per Renzi a Palermo: gli studenti respinti a manganellate … Poi un corteo ha tentato di forzare la cintura di sicurezza della “zona rossa” ed è stato respinto dalle forze dell’ordine con scudi e manganelli.

Globalist.it:  Le manganellate non hanno risparmiato Nino Buttitta, uno dei padri dell’antropologia italiana. Era tra studenti e docenti universitari…

Caratteri Liberi In piazza a Palermo anche ricercatori e insegnanti precari e gli operatori … Di nuovo più violente manganellate che hanno indotto chi guidava il…

Lettera43: A Palermo, in via Maqueda, alcuni studenti dei collettivi e ragazzi dei centri sociali sono stati manganellati dalle forze dell’ordine …

Tp24A :  Scontri tra polizia e studenti nei pressi del Teatro Massimo, a Palermo, dove era in corso la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Universita’ degli Studi alla presenza del premier Matteo Renzi. Un corteo ha tentato di forzare la cintura di sicurezza della “zona rossa” ed è stato respinto dalle forze dell’ordine con scudi e manganelli. Anche a Trapani, dove il premier è andato subito dopo la cerimonia di Palermo, una protesta, seppure meno violenta, di studenti, disoccupati, precari della scuola e della formazione professionale, è stata contenuta dalle forze di polizia.

Cosi come la democrazia non si esporta con le bombe, la libertà di espressione e il diritto di manifestare da parte del popolo non può e non deve costituire un fenomeno da reprimere con la violenza del manganello.

Il “gioco” democratico, deve contenere ed accettare nel suo grembo anche le manifestazioni di piazza quando pacifiche ovviamente e non distribuire manganellate a destra e manca perché “qualcosa” non è gradita ai poteri forti.

Le “forze” che intervengono in questi frangenti sono  e devono essere al servizio dei Cittadini e non del cittadino Presidente del Consiglio, chiunque esso sia  o di un Ministro sempre qualunque esso sia, preoccupato da qualche frase di troppo che scappa sempre in queste circostanze, che, in un clima infuocato come quello che stiamo vivendo, della campagna elettorale – referendaria, potrebbe essere strumentalizzata dai mass – media d’opposizione.

 La gente italica odierna, convenuta per levare alto un grido di protesta, che già da tempo và sempre più diffondendosi nel Bel Paese, era costituita in massima parte da studenti, docenti universitari, disoccupati,  precari, ragazzi dei centri sociali… ci fermiamo qui.

 La conclusioni? Non sta a noi darle, ma a chi ci legge. A  noi resta solo un amaro commento: “Quando in democrazia si usa il manganello per zittire il popolo c’è più di un qualcosa che non funziona e non sappiamo sino a che punto si possa ancora parlare di libertà in quest’Italia sempre più povera e sempre più maltrattata”.  Una meditazione profonda da parte di tutti è d’obbligo.