DONALD TRUMP E’ IL 45° PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA

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 “Destra e sinistra mondialiste a servizio dell’élite finanziaria internazionale marciano separate, ma colpiscono unite ogni programma di liberazione nazionale bollandolo come “populista”” (cit.) Il “populista” Donald Trump

 Qualsiasi idea che contrasti con la globalizzazione neo liberista  viene puntualmente bollata  dal mainstream come “populista” nell’accezione spregiativa.  In questo senso,

 Donald Trump è a pieno titolo un “populista”!

 Lo è anche Putin, Orban e chiunque si opponga ai desideri dell’impero e al monoteismo del mercato. E qui la propaganda gioca anche sulla confusione voluta tra patriottismo e nazionalismo.

 Dalle sue dichiarazioni, si capisce bene l’inversione a 180° rispetto alla precedente amministrazione americana.

 Sul piano dell’economia, la direzione è quella di ridare fiato alla domanda interna, all’economia reale, quindi ai diritti sociali, e ricostituire un ceto medio ridotto alla miseria e praticamente sterminato dal processo di globalizzazione.

 Estremamente significativa la direzione che intende prendere in politica estera: La volontà di ridimensionare la Nato, che, dopo la caduta del muro, si è fatta soggetto politico oltre che strumento militare, e mezzo di aggressione imperialista più che di difesa dei Paesi membri, ed il ché potrebbe voler dire anche la dismissione di eserciti sotto falsa bandiera come Isis, Al Qaeda e simili; la volontà di distensione nei rapporti con la Russia; per un mondo multipolare ove ogni nazione abbia una dignità riconosciuta ed uno spazio vitale.

 L’elezione di Trump si inserisce in un contesto favorevole di risveglio dei popoli, che reagiscono alla mostruosità del tutto merce e del solo mercato. Eravamo ad un passo dalla guerra atomica con la Russia, e forse ancora lo siamo. Avremmo avuto sicuramente la guerra con l’elezione della Clinton.

 Questa eventualità non è ancora del tutto esclusa, perché non sappiamo quanto possa pesare e possa influire il potere che sta dietro a personaggi come Obama e Clinton.

La sua elezione si inserisce in un contesto favorevole dopo la Brexit, la crescita dei movimenti “populisti” in Europa ed il parziale fallimento del piano dei guerrafondai di accerchiamento e aggressione alla Russia che prevedeva il colpo di Stato in Turchia, la fine della Siria ed il colpo di Stato in Ucraina (questo andato in porto).

Per quel che ci riguarda più direttamente, potrebbe essere di grande aiuto per la fine dell’eurolager a trazione del lupo tedesco che ha ridotto anche noi a pecora e Paese del terzo mondo.

 Sfide titaniche lo attendono e grandi ostacoli sia interni che esterni. Un grande ostacolo geopolitico potrebbe essere la Cina, proprio perché questa ha più di altri da guadagnare dalla globalizzazione.

 Perché tanta avversione nel mondo nei confronti del populista Trump?

 Perché potrebbe dimostrare con i fatti che la globalizzazione non è affatto un processo naturale, ineluttabile ed irreversibile,  ma il frutto di un’ideologia criminale, genocida e assassina, che è necessario combattere per la stessa sopravvivenza dell’umanità.

 Good luck, mister President Donald Trump!                                                                                                                               Alfio Santocono