ESTER CAMPESE, LA SENSIBILITA’ DELL’ARTISTA RACCONTATA IN UN’ INTERVISTA DI DAMIANO CONCHIERI

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 Di Damiano Conchieri

 Foto di Cesare Colognesi

E’ una donna raffinata ed elegante, oltre che dolce, sensibile e determinata la pittrice Ester Campese in arte Campey.

Vediamo di conoscerla meglio grazie a questa intervista che ci ha gentilmente concesso…

D:A che età e come ti sei avvicinata alla pittura?

R: Credo si aver sempre avuto un’innata passione, una predilezione istintiva per l’arte, nelle sue diverse forme inclusa la musica, la danza. Pian piano nel tempo mi sono avvicinata alla pittura prima di tutto per instaurare un dialogo tra me e me, per concentrarmi, per meditare. Poi ho compreso che potevo coinvolgere anche gli altri riuscendo in qualche modo a far comprendere a chi guardava le mie creazioni quello che volevo “veramente dire” diventando così l’arte che facevo quasi una vocazione da dedicare agli altri.

D: La tua tecnica pittorica preferita?

R: In più occasioni sono stata accostata come stile sia all’impressionismo che al post-impressionismo.

Del primo amo l’impeto nella riproduzione sulla tela delle sensazioni, delle percezioni visive che mi colpiscono, mentre del post-impressionismo amo la libertà espressiva del colore, mantenendo la focalizzazione di una immagine solo in alcuni particolari e lasciando sfumato il resto, come per lasciare libertà interpretativa all’interlocutore, appunto solo una impressione di cui poi lo stesso può fantasiosamente costruire facendone una sua propria realtà.

D: Visto che nei tuoi quadri il soggetto prediletto è la donna in generale, qual’è la tua idea sul ruolo della donna nella società contemporanea?

R: La donna di oggi è molto, e giustamente attiva a volte però la trovo troppo individualista e dura. Raggiungere un obiettivo è importante, ma lo è altrettanto il modo in cui lo si fa, se girandosi si trovano “cadaveri” per averlo ottenuto, calpestato il prossimo, beh io la trovo una sconfitta. Lo dico perché per mia natura resto sognante ed idealista nei valori e senza dubbio sono altruista. Credo che la donna oggi vesta “i pantaloni” a volte in una malintesa modalità, diventando, secondo me, un po’ sguaiata ed ingiustificatamente aggressiva. Da questa immagine di donna io mi dissocio certamente. Amo molto di più la donna nella sua femminilità che con dolcezza può dare molto più “fortemente” messaggi veramente importanti che se trasferiti con pacatezza raggiungono in modo più pregnante gli animi e gli obiettivi in una forma più collegiale e meno “solitaria” e aggiungo con molto più stile ed eleganza. Nelle mie tele cerco di trasferire questo messaggio sublime.

D:  Il pittore o la pittrice preferita in assoluto?

R: E’ difficile sceglierne uno solo. Rifacendomi ai grandi maestri sicuramente Claude Monet è tra i miei preferiti, ma non posso non amare anche Degas e le sue deliziose ballerine. Tra le donne mi piace rammentare l’estro impressionistico di Suzanne Manet  (che era moglie  di Edouarde Manet).

D: Seconde te perché nel passato, specialmente in epoca Rinascimentale o Barocca, la figura della pittrice era pressoché inesistente?

R: Certamente per il contesto sociale dell’epoca non aiutava. Non va trascurato nemmeno che la pittura allora, ricorrendo ai pigmenti naturali, era molto costosa, ad esempio l’azzurro oltremare era prodotto dai lapislazzuli.

Andare a bottega da un buon pittore comportava il dover lasciare la propria famiglia e spesso spostarsi di città, cosa che era ritenuta sconveniente per le donne. Le pittrici dell’epoca erano per lo più moglie o figlie di pittori, aristocratiche o ne ritroviamo alcune suore in qualche convento. Mi viene in mente una su tutte Artemisia Gentileschi dell’epoca Barocca il cui stile è della stupenda scuola caravaggesca, lei era figlia del noto Orazio Artemisia.

D: Il colore che secondo te meglio rappresenta la tua arte e la tua anima?

R: Il rosso in tutte le sue tonalità, rosso passione indubbiamente è un binomio che mi appartiene, ma anche gli azzurri e le tonalità più fredde non mi dispiacciano trasferendomi quel senso di serenità come ad esempio una paesaggio marino o un cielo azzurro.

D: Progetti futuri su opere pittoriche?

R: Diversi ma non amo parlane prima di averli concretamente portati in una fase realizzativa un po’ più avanzata. Nel tempo sono diventata un po’ scaramantica.