Era il 14 Luglio 1943, quando gli uomini del 2° Btg. del X° Reparto Arditi ingaggiarono una cruenta battaglia. Quel 14 Luglio 1943 è una data che ancora ai giorni nostri riporta la memoria al Ponte Malati sul San Leonardo e il Ponte Primosole, dove quel fatidico giorno, si scateno’ una battaglia tra le piu’ cruente mai conosciute nel nostro interland:
L’area intorno al ponte era un vero inferno, ovunque erano sparsi fucili e armi automatiche fracassate, pezzi di equipaggiamento contorti, indumenti macchiati di sangue, scatole di munizioni capovolte e corpi di Inglesi e Tedeschi morti.
Era una scena di terribile distruzione e offriva la testimonianza della lotta accanita che si era svolta, durante la quale, sia da una parte che dall’altra non fu chiesta ed offerta una tregua, Uomini che avevano sperimentato i piu’ accaniti combattimenti della campagna in Nord Africa ed El Alamenin o sul Mareth, dissero di non aver mai visto un tale macello in un area cosi ridotta”… cosi scrivevano alcuni Ufficiali giunti dopo la battaglia nei loro diari di guerra.
Ancora 75 anni dopo quel fatidico giorno, preme in modo particolare ricordare il ruolo che ebbero i nostri Arditi in quei giorni. Nella notte del 14 Luglio del ’43 furono infatti sei camionette gremite di Arditi del II°Btg. del X° Rgt. Arditi che non risparmiarono le loro stesse vite pur di rallentare l’avanzata degli Inglesi nel tentativo di riprendere in mano il Ponte Primosole, in un primo momento sottratto al controllo dei Tedeschi che furono così fatti indietreggiare, fino al Bivio Iazzotto.
Come ogni anno è cura della Federazione Nazionale Arditi d’Italia sez. di Ragusa, a cui si deve l’organizzazione della Commemorazione in memoria di quanti in quel combattimento persero la vita nell’adempimento del dovere, pur di tenere fede al giuramento prestato alle relative Patrie, con una marcia, (quest’anno è la V° edizione), di 14 Km che si snoda dal Ponte Malati al Ponte Primosole, (passando proprio dal bivio Iazzotto) e che anche quest’anno ha visto impegnati un cospicuo numero di partecipanti, delle associazioni aderenti. Particolarmente significativa quest’anno, la notizia del Neonato Gruppo F.N.A.I. Primosole, intitolato all’ Ardito M.A.V.M. Maccarone Salvatore che ha ricevuto la fiamma da parte della Presidenza Nazionale Arditi anche per il riconoscimento, come Sito di Interesse Storico, dei resti di un Buncher della II° G.M. (sito nei pressi del Bivio Jazzotto) che fu protagonista della battaglia in cui perirono Eroicamente:
- il Ten. Duse Edgardo
- l’Ardito Maccarone Salvatore
- l’Ardito Basso Guido
- il Ten. Barchiddu Danilo,
- il Serg. Sbriglio Francesco
- l’Ardito Giannotti Pietro
- l’Ardito Luzzi Vinicio
- l’Ardito Mannone Vincenzo
- l’Ardito Finelli Ordino
- il sol.to Del Sorbo Pasquale
- il sol.to Stile Mario
In loro memoria il Gruppo F.N.A.I. Primosole, ha posto una targa e una corona d’alloro. Ha celebrato il rito Cattolico, il Padre Sebastiano Mangano;
Un ringraziamento speciale tra tutti i presenti alla Cerimonia, và alla sorella del Cap. Incursore Paracadutista del 9°Rgt. Col Moschin Medaglia di Bronzo al Valor Militare Antonio Caruso.
Tra i presenti, un rappresentante dell’Airborne Inglese, (paracadutisti Inglesi) che ha deposto una corona in onore dei caduti di entrambi gli schieramenti. Sono inoltre intervenuti:
– FNAI Nazionale
– FNAI Trieste
– FNAI Treviso
– Istituto Nastro Azzurro Messina
– Nastro Azzurro Caltanissetta
– M.llo De Francisci Comandante CC Stazione Playa
– Diacono Mangano
– Sig.ra Caruso Mariella sorella Cap. Inc. Par. A. Caruso
– Unuci Catania
– Unuci Caltanissetta
– Unuci Caltagirone
– Unuci Noto
– ANVG Ragusa
– Amni Catania
– Bersaglieri Catania
– Bersagliere Zafferana
– Anpdi Siracusa
– Anpdi Catania
– Prefetto di Catania
– Sindaco di Catania
– A.S.D. Atletica Ragusa “NO AL DOPING” Tecnico Mauro Guastella
– Radioamatori Catania
Un plauso va a tutte quelle Associazioni d’Arma che tengono ancora vivo il ricordo celebrando e ricordando, quanti nei 2 conflitti mondiali persero la vita o rimasero mutilati per la difesa della Patria, per l’Onore d’Italia.
di Giuseppe Parisi