Se volessimo rappresentare con un’immagine il sistema giudiziario italiano potremmo efficacemente avvalerci di un vulcano del quale finora si erano qua e là aperte delle occasionali piccole bocche laterali ma che adesso – con lo scandalo del CSM – ha spalancato il cratere centrale dal quale stanno eruttando fiumi di un qualcosa molto più simile agli escrementi umani che non alla lava incandescente.
Abbiamo letto stralci di intercettazioni nei quali si parlava di mazzette e di anelli preziosi, nonchè delle pressioni dei parlamentari del PD Luca Lotti e Cosimo Maria Ferri che brigavano per nominare giudici amici nei posti chiave, orientare alcuni procedimenti, indirizzare e addomesticare talune sentenze.
E tutto questo mentre alcuni magistrati proseguono tuttora imperterriti nel rifiuto di applicare il disposto di legge del Decreto Sicurezza appellandosi alla Costituzione.
Ma giusto a proposito di quella che la sinistra chiama la Costituzione più bella del mondo occorre allora ricordare il primo comma dell’art. 104 che recita “La magistratura costituisce un ordine autonomo ed indipendente da ogni altro potere”. Peccato tuttavia che poi gli stessi magistrati siano organizzati in correnti interne che rispecchiano divisioni ideologiche e partitiche e che la componente più numerosa di essi non faccia mistero di boicottare più o meno apertamente alcuni provvedimenti del governo, come appunto le politiche migratorie.
In tutto questo maleodorante guazzabuglio spicca poi la latitanza del Presidente della Repubblica anche nella sua funzione di Presidente del CSM.
Il compianto Francesco Cossiga a suo tempo non esitò ad intervenire inviando i Carabinieri a Palazzo dei Marescialli ma purtroppo Sergio Mattarella è fatto di un’altra pasta….lui sta muto come un pesce e al suo posto lascia parlare il Vice Presidente David Ermini, uno che fino allo scorso anno sedeva sui banchi del PD alla Camera assieme agli inquisiti Lotti e Ferri.
Mentre Zingaretti ed i suoi cavalcano il tema delle difficoltà di un’economia che non cresce ecco allora che occorre ribadire quanto sia altresì fondamentale la questione del corretto funzionamento della giustizia perchè sia l’uno che l’altra concorrono a determinare il livello di fiducia internazionale nel sistema Italia nonchè l’immagine stessa di tutto il nostro Paese.
E quando il pesce puzza dalla testa è davvero un grosso problema, in specie quando sappiamo fin d’ora che chi in queste vergogne ci sta dentro fino al collo sarà il primo ad opporsi ad una seria e profonda riforma dell’ordinamento giudiziario.
Danilo Bonelli