Con uno scrigno pieno di tari’ Don Fifi’ da Carleontini, sicuro di poter contare su fidi vassalli, scelse di affidare incarichi ben remunerati a dei servetti di sua conoscenza, ben sicuro che essi facendo le veci del mitico cavallo di troia decantato dal Nobile Omero, aprissero le porte dell’ antica città di Leonzio feudo del Barone Luigi da Benevento.
Le mire di Don Fifi’ vertevano nel dettare i comandamenti secondo le volontà del ricco proprietario terriero Don Pippinu u cuttu, che dal canto suo contava sulle ambigue posizioni anagrafiche dei contadini e mezzadri del feudo del palmiere dei tre Santi.
Bel racconto direte voi, Già! Bello, intrigante, fantasioso, eppure a volte la realtà supera la fantasia, tanto da rendere incredibile qualsiasi realtà venga sotto gli occhi anche del più critico degli osservatori, ma è bene però ricordarsi dei racconti, vagliare i fatti anche se questi sembrano surreali, per rendersi conto che poi in fondo cosi’ tanto surreali non sono.
di Angelo Parisi