Il costumista storico Angelo Butera è nato a Catania nel 1957 e risiede a san Gregorio di Ct. Dopo il liceo artistico di Catania frequenta la Sessione di Storia del Costume/Architettura e l’Accademia delle belle arti di di Catania. Sessione – /SCENOGRAFIA – (STORIA del TESSUTO e DEL COSTUME ).
Del suo incredibile curriculum ricordiamo alcuni essenziali momenti : 2004 Realizzazione di 10 costumi 1700 Veneziano per il Ballo del Doge di Venezia. 2006 COMUNE di PEDARA CT – Mostra abiti d’epoca. 2007 Internazionale Fiera d’Esposizione Artistica. Costumi realizzati sotto propri bozzetti preso la sartoria SORELLE FERRONI – Roma. Interprete principale attrice Hoara Borselli. Eccellenza Sartoriale – costumi storici dal 500 al 900Eccellenza Sartoriale – costumi storici dal 500 al 900. 2019 Premio Casanova, Venezia. Realizzazione di abiti storici per un cortometraggio realizzato dalla RAI su ACIREALE dal 1500. al 1700.
L’abito dello stilista Angelo Butera collegato con la storia della moda, intrecciato all’ambiente, al commercio, veste gettando sui Suoi soggetti di ogni secolo e luogo, uno sguardo inedito sui grandi fenomeni della storia, illustrando la prospettiva del lusso declinata nelle varie epoche.
Le sue collezioni di abiti d’arte permettono di sfogliare come in un libro il Rinascimento, il Barocco e l’Ottocento, periodi durante i quali la tecnica e le invenzioni della moda femminile registrarono il canone della confezione geometrica dell’abito. Nel Rinascimento cambiò la pittura, l’architettura, le scienze naturali, apparve Leonardo, le grandi scoperte geografiche e l’esplorazione del cosmo. Walter Benjamin asseriva “Il Rinascimento è indagatore dell’universo” pertanto gli eventi, letti in forma geometrica, si riflettevano su abiti con canoni simili nella foggia a opere d’arte. Possiamo ammirare nella sartoria storica Butera abiti composti da due triangoli, quello alla base che arriva fino alla vita, e quello superiore e rovesciato, il colletto disegnato in forme trapezoidali. In questi abiti schematici
ma meravigliosi per i pizzi e le sete che fanno da contrariè alla loro rigidità, la donna imbalsamata e quasi posta su di un piedistallo, mostra il prestigio e la potenza economica dell’uomo. Nelle foto iconiche della sartoria Butera risalta l’imago ancillare di domina, soggetto decorativo alla figura maschile. Una donna relegata all’universo della domus, oggetto del piacere maschile, laddove essere facilmente gestibile, salvaguardando il suo pudore.
I colori delle stoffe seguendo il clima plumbeo della controriforma si incupiscono volgendo verso il nero, sfumando nel verde e marrone scuro.
In seguito all’apertura delle grandi rotte commerciali anche gli abiti cambiano; quelli maschili diventano più confortevoli e pratici, insieme alla mutazione delle nuove stoffe provenienti dall’India, dalla Cina o dalle Americhe. La storia del costume mostra infatti la scissione culturale della figura femminile orientata verso l’estetica, da quella maschile orientata verso la funzionalità.
Nel corso del Settecento questo processo coinvolge anche l’abito femminile, che si assottiglia mostrando una donna conquistatrice di nuovi spazi sociali. Il processo sfocia con la Rivoluzione francese, che non solo “libera” alcune parti del corpo, ma ne lascia scoperte alcune. È questo il segno di conquiste sociali importanti anche se temporanee. Sarà la Rivoluzione francese a “politicizzare” l’abito, opponendo alla modernità i costumi dell’Ancien Régime. Nel compiere questo lungo viaggio sull’abito femminile e maschile fino alla Belle Époque, Butera, attraverso i canoni del costume, modifica il profilo del corpo femminile da slanciato a verticale, da curvo a scollato, adattandone radicalmente lo stile. I suoi abiti “tessono” un mosaico storico da apprezzare e osservare con occhi che si stupiscono nel veder apparire pregiate opere d’arte che compiono un viaggio temporale nella cultura e nello status della figura femminile e maschile nei secoli, laddove l’etica si fa l’estetica di un modello morale e sociale.
E allora eccoli ancora sfilare dinanzi ai nostri occhi come in un flasbach cinematografico, abiti storici e da ballo, uniformi, redingote, per rivivere epoche di grande raffinatezza, in una struttura narrativa dove si può ben dire che l’estetica e le idee creative del costumista Butera, la ricerca dei tessuti, la scelta e cura dei particolari ed accessori, si devono apprezzare allo stessa maniera in cui si apprezza il valore della “bellezza pura”.
Oggi nel 2021 lo stilista Angelo Butera dopo aver accumulato il sottostante curriculum fa parte con 2 suoi costumi della pregiata Esposizione Permanente Del Contea Caravaggio Museum, San Giovanni La Punta Catania di proprietà della Dott.ssa Maria Grazia Minio e del Gruppo editoriale Ars Magistris di cui l’Artista Fabio Carmelo D’Antoni è il fondatore.
Melinda Miceli Critico e storico d’arte