L’Opera di Anna Maria Guarnieri “Teleupascio e la via Francigena”, ispirata alle cartine simboliche medievali e romane, riflesso della civiltà e della cultura di Altopascio, come un nobile cartiglio, ne rispecchia i valori, detenendo la funzione di compendiare tutta la storia di Altopascio.
Il nome del luogo deriva dal personale germanico “Teutpasio” che, influenzato dall’etimologia popolare di “alto, passo e pascere”, ha assunto la forma attuale di Altopascio.
La cittadina fu un antico nucleo della Valdinievole, sul confine occidentale della Piana di Lucca presso il risanato lago di Bientina in corrispondenza di un attraversamento obbligato tra il palude di Fucecchio e il lago di Sesto (ora bonificati), che fu sede dal 952 di un celebre “Spedale” per l’assistenza dei pellegrini gestito dai Cavalieri di Sant’Jacopo d’Altopascio.
La scelta di fondare lo Spedale “edificatus in locus et finibus ubi dicitur Teupascio” del 1084 non era casuale, ma dettata daincalzanti necessità di assistenza e cura in siffatti luoghi paludosi e malsani.
I frati Ospitalieri di Altopascio erano detti del Tau per via delle “croce di Sant’Antonio Abate” detta anche croce “a Tau” o “Taumata”, che i frati-cavalieri (un gruppo di laici in seguito trasformato in ordine militare con regola approvata da Gregorio IX nel 1239) portavano sulle vesti nere (come l’ordine omonimo di Saint-Antoine de Vienne nel Delfinato francese). L’ordine fu inglobato dai Medici in quello dei Cavalieri di Santo Stefano nel corso del XVI secolo.
Si ergeva accanto all’Ospedale una grande Abbazia dall’altissimo Campanile la cui altezza aiutava l’orientamento dei viandanti al crepuscolo e nelle giornate di nebbia. La torre scandita da quattro ripiani, le cui aperture diventano progressivamente più ampie, costruita per ospitare la campana, citata col nome la “Smarrita”, a volte sincronizzata ai grandi falò accesi sulla vetta turrita, è un emblema di accoglienza per la vicinanza dell’Ospizio.
Il nucleo storico di Altopascio a forma di triangolo irregolare e contenuto da mura di cui restano dei tratti e le tre porte, sorge lungo la via Francigena, una delle più importanti vie di pellegrinaggio medievali, che da Roma conduceva in Francia e proseguiva poi in Inghilterra fino a Cantherbury.
La composita Opera dell’artista Anna Maria Guarnieri è una mappa sinottica storico- spirituale avente stile neo-espressionista simbolico, dove si dispiega il tema del pellegrinaggio medievale come in un documento storico- illustrativo. La ricerca intima della Fede, ovvero lo slancio verticale dell’anima verso la dimensione itinerante del pellegrino, è trasfusa nella trama figurale che sottende la cartina della via Francigena, sulla quale stanno i cavalieri del Tau in posizione simile a quelli effigiati nel sigillo templare, la torre, ai lati ancora la dama del tau e il cavaliere templare, posti a croce attorno allo stemma accentrato e presentato da cotanto coro storico.
L’ingranaggio del racconto “odeporico” si accentra sullo stemma, evidenziato e presentato dall’intreccio a croce di figure storico-allegoriche medievali; i cavalieri del tau a cavallo, la dama dal tau con sul petto la croce taumata, a forma di punteruolo. La lettera greca evocava, in primo luogo, la caratteristica forma del bordone dei pellegrini, ma, al tempo stesso, si carica anche di altri contenuti simbolici, quali, ad esempio, il richiamo alla croce. L’investitura che rievoca il conferimento e il possesso del feudo, insieme alla torre, simbolo utilizzato in araldica, indicante nobiltà antica e cospicua di dominio feudale, forza e costanza. Nel dipinto la Torre che sta al centro di tutto non è un fregio qualsiasi ma la forza di un emblema che crea la mitologia del luogo.Dal punto di vista storico le Colonne che incorniciano la figurazione simboleggiano l’altezza, la forza, la portanza e la strutturalità, abbinate al dualismo del femminile e maschile, riferito altresì al concetto ieratico dei testi biblici.
L’opera “Teupascio e la via Francigena” trattando di temi cavallereschi e religiosi tende alla ricerca della luce, dell’oro attribuendo così alla luminosità un valore mistico e spirituale che si declina in valore estetico L’alchimia del cromatismo medievale simbolico dei rituali associa il blu indaco, al rosso, all’oro, tinte di assoluto prestigio nella gerarchia dei colori, per ottenere un effetto iconografico quasi di miniatura rinascimentale, preservando la traccia del gusto più raffinato delle due epoche.
Lo stemma del Comune di Altopascio si blasona: “d’azzurro, alla croce commissa (“Tau”) d’argento sovrastata da un lambello rosso”. La descrizione Araldica dello Stemma così riporta: “D’azzurro, al TAU d’argento, sormontato da un lambello di rosso”. Il TAU è il simbolo costituito da una croce mancante della traversa superiore. Anche il duecentesco campanile di Altopascio porta scolpito in pietra tale segno a ricordo dell’Ordine dei Cavalieri di Altopascio che lo recavano cucito sulle vesti nere. La parte superiore riporta un simbolo araldico assai comune in Toscana: il lambello o rastrello, anch’esso riferimento alle origini cavalleresche del paese”. Blasonatura del Gonfalone: “Drappo di colore bianco, ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma comunale con l’iscrizione centrata in argento: Comune di Altopascio”.
La lunga e gloriosa storia dei frati Ospitalieri del Tau di Altopascio ha conosciuto infatti il massimo splendore proprio nella prima metà del XIII secolo, quando nell’Italia medievale si stavano producendo i più importanti mutamenti: l’emergere delle lotte di fazione all’interno dei vari comuni ed il conflitto tra il Papato e l’Impero.
L’opera di Anna Maria Guarnieri “Teleupascio e la via Francigena” è conservata dal 2008 nel Museo di Altopascio.
A Cura della Dott.ssa Melinda Miceli critico e storico d’arte