Siracusa, 14 luglio 2021. “Un sindaco volutamente isolato e privo di consenso, una città sporca, una mobilità urbana disorganizzata, le fasce deboli prive di tutela, cittadini e forze politiche allontanati dai processi decisionali. Un’Amministrazione privata della costola elettorale portata in dote dal suo predecessore”.
Comincia così l’analisi politica firmata da Michele Mangiafico, leader del movimento “Civico 4”, a seguito delle dimissioni degli assessori Cosimo Burti e Alessandro Schembari, di Italia viva (formazione ex sindaco Garozzo), dalla Giunta Italia.
Un’uscita dall’Amministrazione commentata dall’attuale primo cittadino con una battuta scherzosa dal tenore calcistico non ha reso onore ad una analisi più profonda e doverosa della politica locale.
“Giacché si tratta della resa – rispetto allo strenuo tentativo fino ad oggi intrapreso di “salvare il salvabile” – delle persone che hanno immaginato nel 2018 una “exit strategy” alla difficoltà di ricandidare l’allora sindaco uscente, individuando in Francesco Italia la figura attorno a cui dare continuità al loro progetto politico e amministrativo, costruendo per lui le liste elettorali e coinvolgendo attorno a lui tutti i principali candidati al Consiglio comunale” – dichiara Mangiafico facendo riferimento alle dichiarazioni a mezzo stampa del partito Italia Viva.
E poi, il leader del movimento mette in campo tre questioni che discendono dalle apparenti, semplici dimissioni di questi due assessori comunali: una morale, una etica ed una politica. Tutte e tre in grado di determinare l’opportunità di mettersi in discussione, piuttosto che di aver voglia di scherzare.
La questione morale appartiene alla “famiglia” politica in cui si è consumato il divorzio. “Un vecchio adagio diceva: “chi di un mulo ne fa un cavallo, il primo calcio è suo”. – dice Mangiafico – Ma è credibile il progetto politico di un amministratore che abdichi al valore della “riconoscenza”? Basta il formalismo della carica che ricopre, oggi, a legittimare – a livello popolare – la continuità del suo incarico, in assenza dell’unica forza politica che lo aveva sostenuto al primo turno del 10 giugno 2018? Chi lo avrebbe mai candidato alle elezioni, considerato che l’attuale Giunta è composta per intero da elementi sopravvenuti successivamente?”
“La questione etica – continua Mangiafico – appartiene ai temi che Italia Viva pone nel dibattito pubblico cittadino, uscendo dalla Giunta Municipale: politiche del personale, tutela delle fasce deboli, gestione del servizio idrico. La legittimazione politica di un’Amministrazione comunale si fonda sul riferimento pedissequo al programma elettorale e sulla verifica periodica degli obiettivi raggiunti nel corso del mandato. Rispetto a questo fatto e alle questioni politiche poste da Italia Viva, perché il Sindaco non risponde su questi temi o fa riferimento alle scelte adottate dagli altri comuni? Il personale diretto del Comune è demotivato, precarizzato, disilluso. Quello indiretto è nel caos. L’unica società che continua a fare assunzioni è la ditta che gestisce la nettezza urbana, ma nonostante l’investimento in risorse umane dei risparmi della differenziata, la città resta un immondezzaio. La povertà è dilagante, alle categorie più disagiate sono stati tagliati servizi essenziali. La gara del servizio idrico non ha previsto alcuna tutela del personale impiegato”.
Infine, la questione politica, che allarga lo spettro del dibattito alla città e alle forze politiche nel suo complesso. “L’assenza del Consiglio comunale, – afferma Mangiafico – unita all’incapacità di sostituire l’assemblea elettiva come camera di compensazione dei problemi vissuti dalla cittadinanza, ancor più nell’anno della pandemia, hanno drammaticamente allontanato la città dall’istituzione, che, oggi, non è più neanche sostenuta dalla forza politica che l’ha promossa. Il venir meno delle restrizioni alle libertà civili e la possibilità di tornare a manifestare e dibattere pubblicamente rendono maturo il tempo di una riflessione da parte della città e delle forze politiche al fine di richiedere anche da un punto di vista popolare le dimissioni al primo cittadino e restituire alla città il diritto di scegliere come proseguire il suo percorso. Di ripresa, di recupero, di rinascita”.
“Diciamo “basta” all’Amministrazione di un sindaco che gestisce in nome di pochi e nell’interesse di pochissimi. Un uomo solo al comando. – conclude Mangiafico a nome del movimento – Una Giunta Municipale ripiegata solo sulle esigenze dell’isola di Ortigia”.