L’astrattista catanese Pasquale Viscuso si è spento a 70 anni il 16 febbraio 2021. L’artista Pasquale Viscuso naque a Catania nel 1951, ha vissuto e operato a San Giovanni la Punta (CT). Ha conseguito il diploma di maestro d’arte (1968) all’Istituto d’arte di Catania e dopo gli esordi figurativi, sposta la sua ispirazione sull’astratto. L’abilità e la notorietà indiscussa del maestro Viscuso è testimoniata da tutti gli autorevoli cataloghi contengono il suo nome. Nella sua arte contempla una tecnica volta a ricercare l’invisibile con le regole del buon disegno destrutturato come in un’esplosione nella quale si palesano segmenti e prospettive, al confine con l’informale e il tachisme. Archetipi di principi immateriali e soffio vitale sono genialmente partecipi di un divenire figurativo in attesa di una definizione iconografica che fugge in esiti estremamente trionfanti. Le variazioni sul tema si aprono a suggestioni filosofiche orientali, dove il gesto meditato e controllato come nelle calligrafie giapponesi, fa emergere l’incontenibile ritmo di segni brevilinei che occupano tutta la tela alludendo al movimento della folla o della natura, quasi osservate al microscopio. Espressione di un sentimento forte e prorompente, interiorizzato e abastract, la sua arte si fa portale che apre nuovi mondi allo spettatore e si esprime con la rielaborazione di gesti che segnano l’opera; grido di liberazione, o di meditazione, espressi con un moto, una linea, un colore di natura matissiana.
Pasquale Viscuso intende indagare l’attualità con nuovi sguardi tramite un linguaggio simbolico contemporaneo, espressione dell’abbandono al piacere primordiale dell’applicazione pittorica, capace di aprire la mente ad ogni tipo di orizzonte immaginabile e inimmaginabile. Scardinare le logiche comuni per esprimere concetti universali. E’ questo il tema del dittico presentato alla mostra Tribute of the peace Ortigia, Biblioteca Elio Vittorini, Siracusa dal 13 al 18 giugno.
Il reticolo che appare nei suoi universi si fa proscenio di adulterazioni di luce cui si aggiungono effetti di sfocatura, distorsione della visuale, illusioni spaziali dove la modulazione di ombre e luci sul dipinto mostrano la via iniziatica e inconfinabile della sua padronanza formale. Convive al contempo nelle maglie del dipinto quell’atteggiamento creativo che utilizza una pluralità di segni che si ripetono, si inseguono, si intersecano seguendo un ordine che resta oscuro “refrain” dell’inconscio, dei meccanismi arcani della psiche in un’aura mistica, in cui la provocazione estetica e lo stupore dell’orfismo si fanno esperienza e meditazione sul mistero ultimo della vita. La suggestione che prende forma sulla tela, dà vita ad un’alchimia di sfumature di colore, una cifra vivente, con una “grammatica” e una percezione dettagliata che conserva la sua doppia natura di indagine naturalistica e allusione simbolica. Nella sua “pittura lirica” la funzione simbolica ed espressiva del colore che danza, evidenzia il suo mondo emotivo ed un atteggiamento poetico che trapela dai soggetti sulla tela, ispirato dalla relazione tra l’uomo e le forme. Il quadro si fa sinfonia musicale che racchiude il volto di esteriore delle espressioni interiori. Ad “silenzio primordiale” interagiscono diverse, linee e strutture che sembrano dar vita ad uno sciame cosmico luminoso con uno sviluppo obliquo. Il carattere simbolico del segno “cerchio” trasmette il dinamismo, estrapolando un’illusione in cui il legame cosmico variabile contiene infinite risorse inconsce. Ed è in questo passaggio che la pittura astratta di Pasquale Viscuso varca il confine del tempo e disegna la nuova trama del secolo avvolta un silenzio eterno che nel suo divenire risuona interiormente nel mistero del colore.
Numerosi gli artisti che si sono espressi tramite questo linguaggio: da Paul Klee a Lucio Fontana, da Georgia O’keeffe a Piet Mondrian passando per Vasilij Kandinskij a Julie Mehretu. Nel dipinto Covid 19 il messaggio del disegno futuristico di visione tecnologica ci fa interrogare sulla necessità di passare a una terza fase che metta insieme natura e artificio, come comunicato dal simbolo trinamico. Il richiamo morale di questo contesto apocalittico fa emergere il grande ruolo dell’Arte, quello di detentrice della sensibilità critica di unire etica ed estetica.