Nelle mie vene scorre l’amore per l’Etna
Si intitola Tutta colpa delle bollicine il primo e splendido romanzo della siciliana Carmela Pappalardo che ha unito in quest’opera la sua immensa passione per la scrittura con quella per il suo lavoro. Quale? Scopriamolo insieme durante questa lunga chiacchierata che è anche una vera e propria dichiarazione d’amore per la sua terra.
Carmela, una siciliana doc. Che cosa ami particolarmente della tue terra?
Innumerevoli sono i motivi che mi fanno amare la mia terra (il clima, la storia, l’arte e la cultura, il cibo, le sue incantevoli bellezze naturali, la sua resilenza…) ma soprattutto nelle vene mi scorre l’amore per l’Etna.
È ricca di sapori e di profumi. Quali sono i piatti che ami maggiormente gustare?
In un vasto paradiso gastronomico non è facile dire quale piatto maggiormente amo gustare. Sicuramente non dico mai di no a un sugoso arancino.
E cucinare? Come sei a fornelli?
Non sono una brava cuoca ma mi piace cucinare perché è una riproduzione di sentimenti, legami, affetti, identità. Cucinare non è solo mettere insieme degli ingredienti per dare vita a un piatto. E’ soprattutto una bellissima storia di tradizioni e sentimenti senza tempo e che ha radici profonde in una terra, in un luogo, in una famiglia di generazione in generazione.
Tu di mestiere sei una sommelier. Si dice che per cucinare talora si possa usare del vino non di grande qualità. Quale è la tua opinione a riguardo?
La qualità del vino è fondamentale se vogliamo conferire al cibo un meraviglioso incontro tra aromi e sapori.
Qualche ricetta che ci consigli a base di un buon vino?
Broccoli affogati o in dialetto rocculu affucatu: un contorno tipico siciliano che mi piace molto (soprattutto cucinato dalla mia mamma, io non sono brava come lei) a base di broccoli, vino rosso, olive nere e acciughe.
A proposito, come si può bere bene e in maniera consapevole?
La risposta è semplice: non è necessario bere grandi quantità di vino per apprezzarlo.
Credi che sia giusto introdurre discorsi di questo genere nelle scuole?
Certamente. Il vino è una delle maggiori eccellenze italiane, è parte integrante dell’identità nazionale d’Italia. A mio avviso è necessario portare avanti la cultura e la storia del vino come materia di studio nelle scuole superiori. Non solo per fornire ai giovani una corretta educazione al consumo, ma anche per fare si che le generazioni future contribuiscano a promuovere il patrimonio vitivinicolo italiano.
A proposito di scuola, tu quali studi hai conseguito per diventare sommelier?
Ho frequentato uno specifico corso di formazione riconosciuto a livello nazionale ( AIS: Associazione Italiana Sommelier) e superato un esame finale.
Ma in che cosa consiste esattamente il tuo lavoro?
Comunicare la meravigliosa e intima natura del vino.
C’è ancora diffidenza nei confronti delle donne che la esercitano?
Il divario di genere è ancora forte e la strada da fare per superarlo è ancora tanta. Ma voglio essere fiduciosa, l’auspicio è che il futuro del vino al femminile possa diventare prossimo. Le donne di vino se ne intendono con capacità e passione.
E tu in linea generale ti consideri una persona diffidente? E con quali altre parole ti descriveresti?
Non sono diffidente. La mia forte curiosità per la vita mi porta ad essere aperta e coraggiosa. Sicuramente, con orgoglio, posso definirmi una romantica sognatrice. Tutta colpa delle bollicine il mio primo romanzo, nasce da un sogno ed è la conferma che bisogna avere sempre fiducia nei propri sogni. Facile? No, non è facile ma neanche impossibile. Se si vuole, si possono sempre avere delle possibilità. Avere un sogno è un lusso da non gettare via.
Caratterialmente parlando a quale dei personaggi presenti in Tutta colpa delle bollicine, il tuo bellissimo romanzo, ti trovi più affine e perché?
Sicuramente il protagonista maschile: Eduardo. Nessuno dei due sapeva che la nostra vita sarebbe cambiata definitivamente. Tante sono state le paure nel cuore e le certezze messe in discussione. Entrambi, però, abbiamo saputo giocare con il destino mettendocela tutta.