“La legge professionale che ha istituito l’Ordine dei Giornalisti ha princìpi ancora validi, ma tante norme ormai inadeguate per chi esercita questa professione nell’era del digitale nella quale l’informazione viaggia sul web e le macchine da scrivere sono solo un ricordo.
Per questo l’intergruppo parlamentare dei giornalisti -che conta ad oggi circa venti colleghi tra deputati e senatori- lavorerà con l’Ordine a una proposta di legge di riforma.
La pandemia e la guerra in Ucraina hanno reso quantomai evidente, infatti, quanto sia importante sapersi difendere dalle fake news e, ancora, verificare sempre le fonti dell’informazione.
Dobbiamo intervenire per modificare una legge scritta sessant’anni fa.
L’obiettivo è duplice: garantire la qualità dell’informazione e facilitare l’accesso alla stessa da parte dei giovani.
Alla proposta di legge lavorerà l’intergruppo perché la qualità dell’informazione e il rispetto della verità devono stare a cuore a tutti, a prescindere dall’appartenenza politica, nell’interesse del paese”.
Così questa mattina il deputato Andrea Mascaretti (FDI) – coordinatore dell’intergruppo parlamentare dei giornalisti e promotore dell’iniziativa – nel corso della conferenza stampa di presentazione alla quale sono intervenuti anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli e gli onorevoli Alessandro Amorese (Fdi), Francesca Ghirra (Alleanza Verdi Sinistra) e Ilaria Cavo (Noi moderati).
Tra i parlamentari di Fdi l’on. Alessia Ambrosi ha sottolineato “l’importanza strategica di lavorare con la stampa estera per promuovere l’Italia nel mondo”
Alla conferenza stampa, insieme al presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine, erano presenti il vicepresidente Angelo Baiguini e la segretaria nazionale Paola Spadari.
“Per diversi anni l’Ordine ha provato a portare avanti proposte di modifica della legge professionale – ha affermato Bartoli – ma adesso si respira una nuova attenzione, ci auguriamo sia la volta buona affinchè il Parlamento intervenga per ammodernare quella parte di legge che ormai è superata dai tempi, ferma al 1963.”
Molte le criticità per i giornalisti ricordate dal presidente del Cnog. “Sulla normativa ordinistica abbiamo estrema urgenza di rivedere i criteri di accesso alla professione, così come occorre ammodernare le procedure disciplinari, che sono lo strumento per sanzionare le violazioni deontologiche. In Italia per un provvedimento disciplinare ci sono ben cinque gradi di giudizio, mentre l’Ordine non può rendere pubbliche le sanzioni irrorate.”
Oltre ai numerosi punti riguardanti l’ordinamento vi sono poi le urgenze che riguardano la diffamazione e le azioni giudiziarie intimidatorie contro i giornalisti “un’emergenza democratica su cui intervenire al più presto”, ha spiegato Bartoli.
Le questioni inerenti i temi dell’informazione, tuttavia, vanno oltre l’ambito del giornalismo: “l’industria dei dati e dell’informazione – ha aggiunto il presidente del Cnog – è oggi il vero motore di ricchezza, sviluppo e occupazione al mondo, l’Italia deve tornare ad essere protagonista in questo settore cruciale, che può aprire enormi opportunità alle nuove generazioni”.
A cura di Anna Rita d’Amico