I personaggi sono i capisaldi dell’intera struttura narrativa
Ama profondamente scrivere e il genere che sente maggiormente nelle sue corde il romanzo distopico, il bravo Massimo Di Taranto. Di questa sua passione e del suo adorato Commissario Colasanti ci ha parlato a ruota libera l’eccellente scrittore.
Massimo, che cosa la affascina del genere distopico?
La possibilità di riscrivere la realtà secondo canoni alternativi, dando la possibilità a realtà latenti di manifestarsi effettivamente per quanto circoscritte ad un contesto
letterario e personale dell’autore.
Leggendo i suoi romanzi si intuisce che lei ami moltissimo il giallo e la Storia. Quando sono nate queste sue passioni?
Sin da piccolo, mi sono sempre interessato alla storia, soprattutto dell’antica Roma, poi ho naturalmente spaziato in altri contesti più recenti, ma il mondo dei Cesari mi ha da sempre affascinato in modo particolare.
Che peso hanno per lei i personaggi proposti all‘interno di essa?
Essenziale perché sono i capisaldi dell’intera struttura narrativa.
Nasce per lei prima il concetto della trama e poi la caratterizzazione di quest’ultimi?
Solitamente me li ritrovo insieme nello stesso tempo: trama e personaggi si mostrano pressocché contemporanei l’una agli altri. Talvolta una certa trama richiede un particolare personaggio adatto ad essa e in questo caso lo costruisco dopo. Ma solitamente una volta creati vivono di luce propria e sono in grado di influenzare la trama per cui sono nati, come ha fatto il Commissario Colasanti.
Oltre al Commissario Colasanti, troviamo un altro personaggio molto interessante. Si tratta di una cronista. A chi si è ispirato nel creare la sua immagine per fiction?
A nessuno in particolare. Lei rappresenta il mondo esterno alla realtà poliziesca che vive quotidianamente il commissario e come tale si comporta. Entrambi i personaggi si rispecchiano nella realtà dell’altro diventando l’eccezione alla regola dei loro antagonisti.
A proposito di fiction, se dovessero proporle una trasposizione televisiva dei suoi romanzi, chi vedrebbe bene nel ruolo del suo Commissario?
Senza dubbio Pierfrancesco Favino, mentre vedrei molto bene Marco Giallini nella parte del suo capo, il dirigente della squadra mobile Giovanni Romano. Per la parte della cronista Erika D‘Ambrosio rispecchierebbe molto bene il personaggio.