Qualche giorno fa leggevo un articolo su ORIZZONTESCUOLA.IT, che riportava il seguente titolo:
A SCUOLA ARRIVANO I ROBOT ASSISTENTI DEGLI INSEGNANTI: AIUTANO A LEGGERE, SCRIVERE E FAR DI CONTO.
Pare che i Robot aiutano già il corpo docente nelle aule scolastiche.
Vi chiederete dove?
Ma dall’India all’Europa mi sembra chiaro!
Ma anche in Germania, all’Università di Marburg, il Professore J. Gutenberg utilizza YUKI, il suo assistente Robot per assegnare esercizi agli studenti.
A Kallambalam in India, IRIS questo il nome di un Robot accoglie gli studenti controllando il movimento dell’iride.
A Bangalore, il Robot di nome EAGLE insegna le seguenti materie:
Storia, Geografia e Chimica in compresenza dei docenti umani.
Da approfondimenti sulla tematica elaborati da un quotidiano nazionale, pare che le funzioni siano varie, di seguito un piccolo elenco:
insegnano a leggere;
insegnano a scrivere e far di conto;
aiutano gli studenti con bisogni educativi speciali o disturbi di apprendimento;
E UDITE UDITE…AIUTANO A SVILUPPARE LE COMPETENZE RELAZIONALI!
Adesso devo confessarvi che mi sento veramente confusa e Vi chiedo:
ma è giusto abbandonare i nostri figli o nipoti, cioè il nostro futuro nelle mani, scusate… nei ferri di un Robot?
Provate ad immaginare come potrebbero sentirsi i bambini, quali sensazioni, quali emozioni quando avranno voglia di una carezza, o quando avvertiranno un dolorino e scenderà loro una lacrimuccia, quale sarà la mano che proverà ad asciugarla, quando avranno qualunque altro problema, con chi potranno o dovranno interagire?
Vogliamo veramente fare crescere il nostro futuro senza emozioni senza ricordi, senza confronto…
Io non voglio credere a tutto questo, perché sono sicura che non tutti gli studenti di ogni ordine e grado sono problematici o affetti da qualche sindrome, e allora perché avviarli dentro questo tunnel, siamo sicuri che troveranno la luce?
E adesso mi chiedo e Vi chiedo:
ma il corpo insegnante è al corrente che le scuole possono già acquistare un Robot sul MEPA, ossia la piattaforma del mercato elettronico della Pubblica Amministrazione, ad un costo che varia dai 10 ai 20 mila euro, quando lo capirà che continuando così, verrà soppiantato dai Robot o dall’ A.I.?
A tal proposito cito le parole scritte da un mio caro amico, che mi fanno ben sperare:
“Ci siamo fatti qualche chiacchierata a modo mio sul Diritto Pubblico e la Scrittura Giuridica all’Università di Palermo, parlando in modo divertente di un Diritto difficile e non si è addormentato nessuno”
Comunque voglio confidarvi una cosa, io sono Italiana e non dirò mai “A.I.”, ma continuerò a chiamarla nella mia lingua originale “Intelligenza Artificiale”, così come mi hanno insegnato il mio Maestro delle Scuole Elementari e i miei Professori dopo.
PENSIERI RUMOROSI
Catania li, 24.93.2024