LA PASSIONE PER L’ARCHEOLOGIA

di Brunella Li Rosi

Cosa può spingere una diecina di giovani a stare ore intere sotto il sole cocente di luglio? Non al mare. No. Ma tra la polvere che si solleva ad ogni pietra smossa.

 Smossa ad una ad una da un terreno arido e polveroso. Lentamente e con delicatezza.

È la passione per l’archeologia, che ha portato un gruppo di giovani studenti della Scuola di Specializzazione Beni Archeologici e Laurea Magistrale in Archeologia dell’Ateneo di Catania, sotto la direzione del Chiarissimo Professore Massimo Frasca, a Lentini.

Dopo la Piazza Oberdan, in fondo a via Agorà, il lavoro competente e delicato di giovani ricercatori lentamente fa affiorare,  dal terreno scavato quasi a mano, pietre antiche e sapientemente poste. Potrebbero far parte della porta Nord dell’antica Leontinoi?

Purtroppo la mancanza di fondi non permette che le attività di scavo siano condotte con la dovuta costanza e attualmente i lavori non sono propriamente di scavo ma di verifica stratigrafica.

Al momento, grazie all’impegno del Prof. Frasca e ad un piccolo fondo stanziato dal Consorzio Universitario “Archimede” di Siracusa è stato possibile compiere un piccolo passo avanti nei lavori di scavo vero e proprio, in attesa che somme adeguate permettano ad un antico passato di essere riportato  alla luce.

Anche il Comune di Lentini ha fatto la sua parte provvedendo alla scerbatura del sito e consentendo l’uso di strumenti di Sua proprietà, necessari per svolgere il lavoro.

Attualmente sono ben visibili quattro blocchi di pietra, disposti a quadrato. Saranno le fondamenta dell’antica torre a guardia della porta Nord?

L’Archeoclub, sotto la presidenza della Prof.ssa Maria Arisco,  sensibile ai problemi dell’archeologia ed in particolar modo a quelli del nostro territorio, è stato vicino ai giovani aspiranti archeologi che, con pazienza certosina, in questi giorni sono all’opera nel loro meticoloso lavoro di verifica stratigrafica, e ha voluto essere “vicino” concretamente, donando due ombrelloni, che sembra siano stati tanto graditi.

Inoltre, l’Archeoclub ha provveduto a fornire un lungo tubo di plastica che eviterà ai ragazzi la fatica di dover andare a prendere l’acqua da un rubinetto posto fuori dal recinto della zona operativa.

L’acqua è necessaria perché ogni pietra viene raccolta, lavata e posta in cassette che giornalmente vengono consegnate alla Dott.ssa Maria Musumeci, Direttrice del Museo di Lentini.

Sono piccoli gesti di partecipazione, ma altrettanto utili, affinché il lavoro pesante ma altrettanto emozionante dei giovani ricercatori possa proseguire con un minimo di confort, date le alte temperature e i raggi solari, a cui sono esposti per gran parte della giornata.

Ci auguriamo tutti che in futuro il lavoro possa proseguire come scavo archeologico fino a  dare risposta certa circa l’ubicazione della porta Nord della città greca.

Bisognerebbe non dimenticare mai che il nostro passato può divenire il nostro futuro. E in tempi di grandi ristrettezze economiche l’arrivo di un flusso di studiosi prima e di turisti dopo farebbe di certo bene alla nostra economia. Purtroppo siamo ancora ben lontani da questo e a malapena riusciamo ad usufruire di quanto ci appartiene. Ma, il difficile momento che stiamo attraversando non deve impedirci di continuare a sperare e impegnarci in maniera fattiva affinché tutta la bellezza e la testimonianza di quelle antiche pietre possa essere ammirato e fruito, come testimonianza e tesoro di un glorioso passato.

 Non sostenendo, in qualsiasi maniera possibile, questo lavoro priveremmo noi e i giovani archeologi della profonda emozione che suscita la venuta alla luce degli antichi reperti. Come il frammento di fregio riapparso e tenuto con orgoglio dalle mani di uno di questi giovani, dopo secoli di sonno tra la terra e la polvere. Al momento lo sguardo di questi ragazzi, uno addirittura venuto dal Belgio, ci deve far ben sperare. Loro lavorano bene. Sanno di affinare le loro capacità di ricerca e non li spaventa il sole cocente e nemmeno il fatto di lavorare soltanto per il piacere di farlo.

 Brunella Li Rosi