Per il periodico Informa Sicilia di Giuseppe Parisi *** *** ***
gender_alla_guglielmo_marconi_lentini ( scarica in formato pdf)
Nel tardo pomeriggio di ieri 30.11.2015, presso il IV Istituto Comprensivo “ Guglielmo Marconi” di Via Federico di Svevia in Lentini, dirigente scolastico Maria Cristiano, è stato tenuto un incontro formativo per gli insegnanti dal titolo “Educazione di Genere…oltre ogni stereotipo”. Ha relazionato la docente universitaria Graziella Priulla. Interventi di Maria Sampugnaro e Maria Giovanna Cocuzza.
Dobbiamo dire che la Priulla, nel corso del suo intervento ha ben inquadrato il ruolo della donna nel novecento sino ai giorni nostri, relegata dalla società, a ruoli secondari e ultimamente a velina, mestiere o professione a cui aspirano tantissime belle ragazze d’oggi , forse Lei stessa ci avrebbe aspirato, ha detto, se avesse avuto “oggi” 14 anni. Ha pure ben spiegato con dovizia di particolari il termine “velina” tutte donne belle, omologate e alquanto “scoperte” . Per intraprendere un lavoro o una carriera bisogna che le donne si mostrino belle più che competenti in quanto una donna“scarsamente dotata” ha molte meno possibilità di inserimento. Con un escursus interessante ha ben analizzato il ruolo secondario che sin’ora hanno avuto le donne sottolineando infine come non ci sia mai stato in Italia, un presidente delle Repubblica o un capo del Governo, donna.
In buona sostanza possiamo affermare in sintesi che le argomentazioni avanzate , hanno centrato il tema della discriminazione femminile non mancando anche di dare un colpo di grazia al bullismo che va combattuto nell’ambito dell’educazione e formazione scolastica ovverosia della “buona scuola”.
A seguire gli interventi brevi, ma non per questo meno incisivi di quelli di Graziella Priulla, delle docenti Maria Sampugnaro e Maria Giovanna Cocuzza.
A seguito di domande poste da alcune rappresentanti dei genitori che hanno presenziato all’evento è nato un animato dibattito, sul “metodo Gender” di cui non ci sentiamo di entrare nel merito temendo di riferire non quello che è accaduto ed è stato detto realmente ma ciò che “noi abbiamo capito” , rimandando ai nostri lettori ogni giudizio dopo la visione del filmato che sarà immesse in rete, a corollario di questo nostro articolo, appena possibile.
Siamo più che convinti che sull’educazione di genere si apriranno numerosi fronti fra gli indifferenti, i fautori e i contrari. Già fuori dall’edificio scolastico alcune Signore certamente da quel che abbiamo sentito e capito alcune erano mamme dei discenti di prima e seconda elementare, commentavano in maniera “vivace” . Voci che non riportiamo perché non siamo abituati a fare cortile ed anche per evitare ogni forma di
allarmismo sociale a nostro avviso, al momento, ingiustificato. Ma di levate di scudi a dare credito a queste voci ce ne saranno.
Ricordiamo ai più disattenti, che la “questione gender” il 20 giugno u.s. a Roma, Piazza san Giovanni, è deflagrata, diventando anche una questione politica. E’ stato pure edito un “manualetto” , dicono gli autori, di “sopravvivenza al Gender” dove fra le altre cose leggiamo un passo che ci è parso interessante e che integralmente riportiamo : “ … si va da chi ne nega l’esistenza a chi non ci vede alcun problema, a chi invece chiede che in nome dell’opposizione al gender si faccia cadere il governo, passando pure per Papa Francesco, il pontefice delle periferie, quanto di più distante da intellettuali e politici, il quale l’ha definita senza mezzi termini “uno sbaglio della mente umana”.
La confusione sotto il cielo è grande. E dopo la piazza del 20 le domande si sono moltiplicate, specie, ma non solo, in rete, affrontando inevitabilmente molte tematiche, tutte intrecciate fra loro: prima di tutto come affrontare nella pratica quotidiana la nuova emergenza, a scuola e non solo; ma poi anche domande strettamente connesse, come la questione antropologica, la presenza pubblica dei cattolici, il ruolo dei cattolici in politica, la libertà di parola e di educazione, che
cosa significa essere minoranza creativa, tanto per citare quelle più ricorrenti.”
01.12.2015
Giuseppe Parisi