LENTINI- SI RITORNA A PARLARE DI MAFIA A VILLA SAN LEONARDO

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Non c’erano dubbi,parlare di lotta alla mafia non è piu’ un tabu’ e lo testimonia la folta presenza di pubblico in sala questa sera, successo ottenuto grazie allo sforzo organizzativo  dall’Ass. Iceta e dal gruppo informale non  solo generazione copie e incolla

 Presenti  il Vice Questore Agg. Dott. Marco Dell’Arte e il Comandante della Stazione Carabinieri di Carlentini  Maresciallo Sardella, i rappresentanti delle amministrazioni Comunali di Lentini e Carlentini, Cirino Cristaldi, Giornalista Publicista , Autore del libro : LA MAFIA E I SUOI STEREOTIPI TELEVISIVI, Il Commissario In quiescenza  Vincenzo Laezza, Alfio Curcio amministratore Delegato della Coop. Beppe Montana,Antonio Pino Ass. Rilarancia, la conduttrice del dibattito Manuela Ruma e l’Ing. Salvatore Mazzone.

Forse per la prima volta , si è parlato di lotta alla  mafia sotto piu’ punti di vista, si è spaziato da quello legislativo a quello mediatico, magistralmente moderato dalla presentatrice  Manuela Ruma. Dal punto di vista legislativo,è stata l’analisi  della legge 646 dell’ 82,pietra miliare della lotta alla mafia, meglio conosciuta come la Rognoni- La Torre che ha introdotto finalmente nel codice penale la previsione del reato di associazione mafiosa, con il 416 bis, la misura patrimoniale dei beni illecitamente acquisiti. Legge a cui collaborarono anche due giovani Giudici ( Giovanni Falcone e Paolo Borsellino), provvedimento  cui il Povero La Torre non potè gioire dell’ approvazione poiché la stessa venne approvata sull’onda emozionale dopo al sua uccisione avvenuta il 30 Aprile 1982, cosi come ha ricordato  Commissario Vincenzo Laezza durante il suo intervento. Un intervento in cui  ha intercalato aneddoti personalmente vissuti durante gli anni in cui la lotta alla mafia nella nostra città non conosceva sosta da parte delle forze di Polizia. E’ stato invece il giornalista Cirino Cristaldi (Autore del libro la mafia e gli stereotipi televisivi )a spiegare   quali siano a volte le responsabilità dei media  con cui lanciano un  messaggio spesso errato sul fenomeno mafioso, poiché nella frenesia della corsa allo share in alcuni casi si sono sottovalutati aspetti che  inducono, (complice anche lo stereotipo con cui il fenomeno mafia viene presentato) a focalizzare il fenomeno Mafioso , non come il male da combattere, ma come esempio da seguire,per l’ onnipotenza e supremazia  del mafioso  di turno ,rendendolo di fatto un eroe ed esempio da seguire e non da combattere come il male reale, che affligge e corrode la società civile.  Evidenziando con un’analisi dettagliata come il fenomeno dello stereotipo televisivo, (lo stesso che  negli anni ha consolidato lo stereotipo della Sicilia fatta di  sparatorie, morti,esplosioni, omertà), ha  invece con altre fiction consolidato un altro stereotipo dando notorietà e fatto  divenire ambite mete turistiche altre parti d’Italia, messaggi dunque che in bene o in male  si  ripercuotono inevitabilmente sulla società.

Ma se da un canto si è parlato di come la mafia dia un immagine negativa, opprimendo la comunità e togliendo lavoro, la legge Rognoni- La torre è lo spartiacque tra la vera lotta alla mafia e la falsa lotta alla mafia, che con l’art. 416 bis ha   disciplinato il reato di associazione mafiosa…cosi ha iniziato riprendendo le parole  del Commissario Laezza nel suo intervento, l’amministratore delegato Alfio Curcio della cooperativa Beppe Montana,illustrando come i beni confiscati e affidati (dopo un rigoroso iter di valutazione) riescano a dare lavoro e riscatto  sociale, l’esempio  ne è  la cooperativa Beppe Montana fondata nel 2010  che gestisce 90 ettari  di terreni, ed è riuscita in questi anni nonostante tutte le problematiche di messa a regime dei terreni in affido,a sviluppare un progetto di trasformazione dei prodotti. Ha Concluso il Dibattito l’Ing. Salvo Mazzone con un suo intervento conclusivo e riassuntivo della serata, lasciando i convenevoli di chiusura del dibattito,a Emanuela Ruma.

Perché di lotta alla mafia non se e parlerà mai abbastanza.

 a cura di : Walter Catinello