A fine marzo 2019 aveva presentato domanda per l’accesso ai benefici del D.L. 4/2019 (c.d. reddito di cittadinanza, poi convertito nella legge 26/2019), come tanti altri cittadini in cerca di una occupazione. Nel corso di un controllo effettuato presso un cantiere edile sito in Carlentini, però, i Carabinieri del N.I.L., coadiuvati dai colleghi della locale Stazione, accertavano che l’operaio edile P.C., di anni 45, stava lavorando “in nero” alle dipendenze di un imprenditore edile, omettendo di informarne l’INPS attraverso lo stesso canale telematico con cui il beneficio era stato richiesto inizialmente. Questo è quanto è emerso da una successiva verifica, a seguito della quale si scopriva che il lavoratore risultava percettore del reddito di cittadinanza sin dal mese di aprile 2019 ed aveva già ricevuto l’accredito dei mesi di aprile e maggio, ammontanti complessivamente a poco più di € 1.500.
Ai sensi dell’art. 7 comma 5 lettera h), della citata legge 26/2019, il lavoratore scoperto a prestare la propria opera in nero decade dal diritto a percepire il reddito di cittadinanza e dovrà anche restituire l’intera somma già ricevuta.
In tal senso l’Ente previdenziale che stava erogando il beneficio è stato già informato, al fine di procedere al recupero delle somme già accreditate ammontanti, come detto, a circa €1.500.
I fatti, così come accertati, sono stati riferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, per la valutazione delle responsabilità penali, atteso che oltre a dover restituire le somme già percepite, il lavoratore rischia una condanna fino ad anni 3 di reclusione ai sensi dell’art. 7 c. 2 del D.L. 4/2019.
Si tratta del primo caso scoperto dai Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro nella provincia, che stanno intensificando i controlli per evitare illeciti arricchimenti in danno dell’Ente previdenziale.