Siracusa, 16 dicembre 2020. L’annuale classifica del “Sole 24 Ore”, che ha registrato per la provincia di Siracusa la terz’ultima posizione in graduatoria, non può vedere attenuate le responsabilità del capoluogo attraverso il tentativo di derubricare l’importanza di questo risultato con la giustificazione che si tratti di una classifica riguardante l’intera provincia. Né l’attuale gruppo di persone che amministra la città può ignorare, osservando i singoli criteri che vanno a comporre il risultato finale, che due risultati devono fare riflettere e agire con determinazione: il terz’ultimo posto nella classifica dei depositi bancari delle famiglie consumatrici e la 102esima posizione per diffusione del reddito di cittadinanza.
“A fronte di questa “paurosa” attestazione di povertà, non è ammissibile alcun ritardo nella distribuzione dei sussidi alimentari, né alcuna disattenzione nel potenziare la macchina organizzativa adibita alle verifiche e alla distribuzione, né alcun alibi per i mancati interventi a beneficio del tessuto produttivo locale” – così interviene Michele Mangiafico nel dibattito sui buoni spesa di questa seconda ondata di pandemia.
Le famiglie siracusane in difficoltà (perché lo dicono i dati, nessuno lo inventa) nutrivano l’aspettativa di un sistema di richiesta dei buoni spesa semplice e veloce e coltivavano il desiderio di poter spendere queste risorse destinate dal Governo e dalla Regione prima di Natale. “Non sarà così – accusa Mangiafico – perché l’Amministrazione comunale non ha tenuto conto delle difficoltà in termini di alfabetizzazione digitale, ha affidato l’opportunità di aiutare le famiglie solo al volontariato delle associazioni senza mettere in campo sportelli propri come fa per i tributi quando c’è da incassare, ha limitato il nucleo di dipendenti adibiti alla verifica delle domande alle sole assistenti sociali, mentre avrebbe potuto dirottare il cosiddetto “personale di supporto” a questo delicato e urgente compito”.
Contrariamente a quanto succede in altre realtà siciliane (ultimo in ordine di tempo il Comune di Modica) dove i voucher sono già spendibili da questo fine settimana, nel capoluogo aretuseo il sussidio non solo probabilmente non arriverà entro Natale, creando disagi a chi ha difficoltà anche ad apparecchiare la tavola, ma non è stato pensato nemmeno per favorire l’economia locale. Gli esercizi commerciali locali, infatti, hanno aderito a stento all’iniziativa perché poco stimolati da questo nuovo sistema di distribuzione, che penalizza i piccoli negozi e favorisce le grandi catene, portando altrove piccoli benefici economici che darebbero respiro al territorio. Il motivo è da ricercare nella piattaforma scelta dall’Amministrazione comunale che, contrariamente al passato, prevede il rimborso agli esercenti solo a rendicontazione, imponendo quindi una forza economica importante in modo da supportare le spese in anticipo.
Oltre alle criticità messe in evidenza, Mangiafico propone anche le soluzioni in uno spirito propositivo per il bene della città. Tre le richieste avanzate: a) apertura immediata di uno sportello comunale di assistenza alla compilazione delle domande; b) aumento del personale impiegato per la verifica delle domande stesse e l’eventuale diniego per errore che possa permettere subito al cittadino di ripresentare le domanda corretta; c) introduzione di un sistema incentivante per l’adesione delle attività commerciali alla piattaforma quale, per esempio, l’acquisto di un credito minimo da parte dell’Amministrazione comunale, da scalare in questo caso al momento della rendicontazione, mutuando una modalità simile a quella del primo lockdown. Tutto ciò prima che chiuda la tesoreria comunale e gli esercizi commerciali debbano temere la prospettiva di essere rimborsati non prima di febbraio.
Perché, in fondo, Natale è calore umano. Anche in tempi di Covid.