Siracusa, 28 dicembre 2021. Tenere accesi i riflettori su drammi sociali e occupazionali che si sono abbattuti sulla città. Questa la missione del movimento “Civico 4” nato nel 2021 su spinta di un gruppo di cittadini guidati dall’amore per il territorio e per il bene comune. Stesso amore che guiderà il 2022.
Però, al momento, come ogni fino anno che si rispetti, è tempo di bilanci.
“Il 2021 consegna alla città di Siracusa l’eredità di numerosi drammi sociali e lavorativi. – afferma il movimento – Non si tratta solamente delle conseguenze dettate dal secondo anno di crisi sanitaria, ma anche – è doveroso dirlo – di risultati di scelte discutibili o inerzie inaccettabili da parte dell’attuale classe dirigente comunale”.
“Civico4” analizza alcune delle questione che nel 2022 l’Amministrazione comunale dovrà affrontare, tra cui: “la crisi economica dei commercianti di Casina Cuti, la vertenza aperta dagli ex impiegati e operai dell’Util Service, la condizione precaria dei lavoratori del servizio di digitalizzazione del Comune, il licenziamento dei dipendenti ex Gemar, le incertezze che accompagnano un lungo anno di ferie forzate, investimenti ridotti e accesso alla cassa integrazione nella zona industriale, gli appelli inascoltati dell’associazione “Noi Albergatori”, la disorganizzazione e i ritardi del cantiere della Borgata in danno ai commercianti. Ma pensiamo anche alla crisi del mondo delle cooperative sociali e ai numerosi servizi rimasti al palo di fine anno nella città capoluogo, uno fra tutti l’educativa domiciliare”.
Questioni, quelle appena elencate, che Civico4 “intende restituire alla politica anche il compito di determinare condizioni di sviluppo del territorio, la capacità di restare in relazione col tessuto produttivo e individuare percorsi di salvaguardia perfino nei drammi imprenditoriali che si consumano in città”.
“All’Amministrazione comunale uscente ricordiamo che nella nostra città non si parlerebbe oggi di “ex Pirelli” o “ex Sotis Cavi” se un tempo la politica non si fosse fatta carico dei drammi occupazionali di chi, in alternativa, sarebbe restato in mezzo alla strada, superati i quaranta anni di età, così come sta accadendo oggi agli “ex Gemar”. – dice il leader del movimento, Michele Mangiafico – Erano i tempi in cui il Consiglio comunale era camera di compensazione dei problemi della città e luogo in cui venivano presentati e deliberati anche ordini del giorno per l’assorbimento di lavoratori nell’organico dell’ente o l’erogazione di misure economiche straordinarie a sostegno delle loro famiglie. Erano i tempi in cui la politica c’era per tutti, era presenta nelle periferie territoriali, ma anche sociali, economiche e morali della città. Non chiusa nella torre eburnea eretta oggi al secondo piano del Palazzo Vermexio.
Una politica sprezzante del contatto coi lavoratori in sit-in, disdegnosa rispetto al polo petrolchimico, ma di fatto incapace di guidare la “governance” di una transizione ecologica, che non si gioca di certo solo a colpi di vernice colorata ai bordi delle strade. Una politica altezzosa e sufficiente nei confronti di chi ha perso il lavoro e di chi ancora lo sta cercando. Distante dalle persone con disabilità e dai servizi – concreti – cui hanno diritto”.
““Civico4” – continua Mangiafico – assume l’impegno di tenere accesi i riflettori su tutti questi drammi sociali e occupazionali che il 2021 sta consegnando al 2022, affinché la speranza e il coraggio con cui tanti lavoratori e altrettante persone con disabilità e disagio sociale hanno sollevato il proprio grido di dolore non vengano assopiti dall’indifferenza e dall’inerzia di certa classe dirigente. Licenziamenti e precariato sono anche “questioni” della politica. Emergenze che il nostro movimento civico continuerà a seguire con attenzione, fornendo una spalla alle proteste, avanzando proposte e individuando soluzioni”.
E poi conclude: “Sta a tutti noi, insieme, fare comunità, sviluppare l’abilità di navigare, affinché la perseveranza e gli sforzi profusi ci permettano di raggiungere l’altra riva, un nuovo inizio. “Civico4” guarda al nuovo anno con le speranzose parole di Cesare Pavese (Il mestiere di vivere): “Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un’altra riva, e arriverò”.”