La vera sfida della coppia moderna è, a mio avviso, quella di andare avanti insieme: di sopravvivere all’amore stesso
E’ un autore accorto e profondo Piero Meli che si occupa per passione non solo di scrittura ma anche di fotografia. L’artista, che di mestiere fa il perito assicurativo, ritiene che “la malinconia sia uno stato d’animo molto contemporaneo”. Ed è per questo motivo che l’ha inserita nella sua raccolta di racconti AmoreAmaro, decisamente speciale e degna di nota.
Piero, che ci azzecca un perito assicurativo con la scrittura?
Possiamo -forse- dire che le tue opere siano una sorta di assicurazione per una vita ricca di emozioni e serena?
La scrittura è una sorta di antidoto rispetto a tutto quello che vivo con il mio lavoro. Nel quotidiano mi trovo a relazionarmi sempre con “disastri” e “sinistri”. La ricerca e la descrizione dell’amore diventa il modo per anestetizzare le brutture e anche per assicurarmi un supplemento positivo di emozioni.
Tuttavia, tu sei un vero artista, difatti ti occupi anche di fotografia. Quanto ti ha aiutato questa tua passione nella stesura dei tuoi racconti?
Moltissimo! Vedo un’immagine e la traduco in una storia. I miei racconti sono istantanee di storie in cui la costruzione dell’ambientazione riveste un ruolo fondamentale. L’essere anche un fotografo mi è di supporto fondamentale. Il paesaggio, protagonista delle mie fotografie, diviene protagonista anche nei racconti. Come nella fotografia la composizione è indispensabile per realizzare uno scatto buono, altrettanto la composizione, la struttura architettonica del racconto è indispensabile per realizzare una buona storia.
Il titolo scelto per la tua prima opera è AmoreAmaro, quando si può definire l’amore in questa maniera nella propria vita?
La nota amara è spesso nei racconti di questa mia antologia la sfumatura malinconica della storia. Penso che la malinconia sia uno stato d’animo molto contemporaneo. Il titolo rappresenta un’estrema sintesi dei racconti presenti nel libro. L’amore è il tema principale, il fil rouge che collega tutte le storie. Ma – senza voler fare spoiler – è un tema ricorrente anche l’amarezza che può restare alla fine di una storia d’amore. Si tratta di racconti in cui si narra l’amore contemporaneo, caratterizzato da un’estrema fluidità e da una precarietà emotiva che facilita spesso il processo di evoluzione di un rapporto portandolo a consumarsi rapidamente. La vera sfida della coppia moderna è, a mio avviso, quella di andare avanti insieme: di sopravvivere all’amore stesso.
Si tratta di una squisita raccolta di racconti. Una scelta azzardata? Che cosa ami particolarmente di questa forma di scrittura?
Ho scelto questa forma di narrazione perché ritengo che sia un mezzo immediato per entrare in sintonia con il lettore e per raccontargli una storia.
Stiamo attraversando un’epoca caratterizzata da Netflix, dalle serie Tv, in cui è più facile ritagliarsi cinquanta minuti scarsi per guardare l’ultima puntata della nostra serie televisiva preferita rannicchiati sul divano piuttosto che impiegarne ben centotredici, spostamenti esclusi, per andare al cinema a vedere Una Donna Promettente, ultimo film di Emerald Fennell.
Da incallito lettore apprezzo la bellezza dei racconti, facilmente fruibili in treno, tra uno spostamento e l’altro, come in spiaggia, tra un bagno e uno spritz.
Lo scrittore Matteo Bussola, ha raccontato che lui ama molto scriverne ma che nei suoi libri, pur mettendone, trova sempre un filo conduttore e inserisce personaggi che poi si ritrovano nei vari “ quadri”. Insomma, i suoi sono raccolte di racconti camuffate da romanzo. E lo fa perché si dice che oggi i racconti non vendano. Ma non è strano tutto questo, visto che andiamo sempre di corsa e un racconto è più breve da leggere di un romanzo?
Mi complimento con Matteo Bussola perché il suo ultimo libro è da tanti mesi nella classifica dei libri più venduti. È un grandissimo successo per lui ed è anche una speranza per tutti gli scrittori di racconti. Per quanto riguarda il racconto personalmente lo trovo perfetto per questo momento storico. Andiamo di corsa, abbiamo sempre troppo poco tempo e con una lettura breve ma intensa come quella del racconto possiamo ritagliarci una pausa. Possiamo entrare in una storia, in un momento di svago e di stacco dalla quotidianità che invece con il romanzo non sempre è possibile. Nel resto del mondo i racconti hanno maggior fortuna. Chissà che proprio seguendo il successo di Matteo Bussola qualcosa non cambi anche in Italia dove invece gli editori preferiscono promuovere i romanzi…
In passato la situazione era ben diversa… Sto pensando fra i tanti scrittori che hanno pubblicato racconti di successo, a Buzzati. Lo consideri un tuo punto di riferimento? O quali altri consideri tali?
Possiamo dire che a partire da Boccaccio siamo noi italiani ad aver inventato il racconto. Una tradizione proseguita con Calvino, Pirandello, Verga.
Buzzati è sicuramente un riferimento anche se ho avvertito maggiormente il fascino di autori stranieri come Hemingway, Bukowsky, Stephen King e Simenon.
Tutti in modo diverso hanno concorso alla mia formazione e tuttora loro opere sono sul mio comodino e accompagnano le mie letture.
Tra gli italiani, oltre al bravissimo Matteo Bussola, mi piace citare anche Luca Ricci. Un autore- quest’ultimo- che ha saputo riscrivere le regole della composizione narrativa del racconto e che ha costruito proprio sul racconto la sua carriera artistica.
Se dovessi scegliere un racconto che rappresenta bene la tua vita di oggi quale sceglierebbe e perchè?
In AmoreAmaro ci sono diversi racconti che sento particolarmente vicini. Del resto il sottotitolo del libro è proprio -racconti tratti da storie (quasi) vere.
Se devo essere proprio costretto a sceglierne uno allora scelgo Londra-Valle d’Itria. Sono molto legato ai personaggi di questa storia e trovo che sia uno dei racconti che meglio rappresenti l’amore contemporaneo, caratterizzato anche da tanta paura, oltre che influenzato, sempre e comunque, dalla presenza rumorosa dei Social.
Un racconto non mio che amo particolarmente è di Gustave Flaubert ed è Un cuore semplice. È la storia di una domestica, Félicité, e degli amori della sua vita. Al tempo stesso tenero e toccante, ma anche comico e grottesco. Un esempio perfetto di racconto. Uno dei più belli di sempre.
E quello del “tuo domani”? Che augurio vuoi farti con tale scelta?
Mi definisco un sognatore. Trovo che sia la definizione che meglio mi rappresenti. E mi auguro di continuare a sognare e di poter far sognare anche i miei lettori.
Il racconto che vorrei dedicarmi non l’ho ancora scritto. Ma chissà, potrebbe già essere salvato nelle note del mio Mac…