di Emanuela Rocca
Non si legge altro in questi giorni: le terapie di Vannoni sono pericolose, addirittura fanno venire la mucca pazza… Qui di pazzo, c’è solo il gran tam tam dato a questa notizia. Si insinua persino che può causare la morte.
Si sono, però, visti anche i miglioramenti delle persone che hanno ricevuto le terapie staminali mesenchimali di Vannoni, certo, non tutti guariscono o migliorano, ma in ogni malattia e in ogni terapia c’è chi reagisce in un modo, chi in un altro. C’è chi fa le chemio e muore lo stesso e chi invece riesce a vivere qualche anno in più. C’è chi viene operato e guarisce e chi invece ci perde la vita. Nessuna terapia è una magia e nessuna terapia salva la vita a tutti quelli che la praticano. Se invece di buttare fango su questa terapia si iniziasse, invece, a fare qualcosa perché si migliori, forse sarebbe più civile, ma di civile ultimamente non c’è rimasto più niente.
Se torniamo indietro di qualche giorno ci ricorderemo anche come sono stati trattati i malati terminali che manifestavano IL LORO DIRITTO alle cure. Una cosa veramente indegna per una nazione come l’ Italia. E mi permetto di dare una botta al cerchio e una alla botte: ecco il comunicato stampa di Camillo Ricordi inviato ad Ansa, Agi e Adn Kronos. Vediamo chi tra questi giornalisti disinformati e faziosi avrà il coraggio di chiedere scusa.
21/12/2013 Comunicato Stampa di Camillo Ricordi sul caso Stamina
Inizia:
21 Dicembre 2013 – Ho letto l’articolo dell’Espresso n: 51 a firma di Letizia Gabaglio dal titolo “ Tutti i retroscena del test a Miami.
Ho fatto avere all’Espresso e alla giornalista che mi ha intervistato la corrispondenza tra noi e Stamina, proprio per agire in piena trasparenza ed onestà, e perche’ non avevo tempo di scrivere informazioni dettagliate per cui avevo allegato lo scambio di e-mails con le proposte di test di caratterizzazione da effettuare a Miami.
Pensavo che questa corrispondenza fosse abbastanza chiara nei contenuti, ma ovviamente non lo era perche’ l’interpretazione emersa non corrisponde alla realta’ del significato scientifico, dei contenuti e del loro significato.
Sento pertanto il dovere, non solo morale, ma anche scientifico e professionale, di chiarire quei contenuti per evitare malintesi e interpretazioni errate:
La frase di Stamina: “dobbiamo documentare l’assenza di batteri classici e di contaminazione da micoplasma” è stata interpretata come se queste analisi non fossero già in realtà svolte presso il laboratorio di controllo di qualità dell’Ospedale di Brescia su ogni singolo preparato cellulare. Allego alla presente esempio di certificato.
La frase “ va valutata la presenza di endotossine direttamente sulle cellule per l’infusione e non solo sui surnatanti “costituisce un approfondimento e perfezionamento di indagine, e rappresenta richiesta specifica del Comitato Scientifico.
L’affermazione di Stamina: “ non abbiamo mai valutato il profilo di espressione genica delle nostre cellule; non sappiamo se, a livello molecolare, esse esprimono marker critici, per esempio i marker ESC che sono fattori di trascrizione fondamentali caratteristici delle cellule pluripotenti per mantenere la loro staminalità” va interpretata nel seguente modo:
Le cellule Stamina sono già identificate con metodologia citofluorimetrica (attraverso markers chiamati CD, vedi certificato in allegato). Si dibatte oggi se le mesenchimali da adulti possano riuscire ad esprimere i markers ESC (Embrional Stem Cells) per valutare la loro maggiore o minore potenzialità . L’avere pertanto richiesto al nostro Gruppo di valutare anche questi markers, non significa certo che Stamina non conosca le sue cellule, significa invece che ci è stato richiesto un ulteriore approfondimento che oggi potrebbe essere di grande interesse per tutti coloro che lavorano sulle staminali.
In merito alla differenziazione in linea neurale, la richiesta di Stamina al nostro laboratorio è stata quella di verificarla per confermare il fenomeno.
Ho letto anche su certi quotidiani che il preparato Stamina potrebbe trasmettere malattie tipo l’HIV, la sifilide, l’epatite virale, la BSE (mucca pazza); non credo che questo sia corretto. Bisogna infatti considerare che l’Ospedale di Brescia effettua sui donatori tutte le analisi previste per la donazione degli organi proprio per evitare il rischi di trasmissione di malattie di questo tipo; quanto al siero fetale bovino che si utilizza nei terreni di coltura viene usato anche da altri gruppi a livello internazionale, a patto che provenga da fornitori che lo certificano “BSE Free”(per esempio dalla Nuova Zelanda). Si usa anche negli Stati Uniti.
Concludo affermando che i certificati di analisi, redatti dalla Dr.ssa Lanfranchi, direttrice del Laboratorio di Qualità dell’Ospedale di Brescia, già indicano i seguenti parametri :
Sterilità dei preparati.
Caratterizzazione delle cellule staminali contenute, ottenute attraverso il metodo citofluorimetrico
La mancanza di quantità significative di cellule non desiderate, quali macrofagi e cellule ematopoietiche, (mancanza dei loro markers) che potrebbero essere causa di rigetto
L’attività telomerasica, che permette di verificare che non si siano sviluppate, per qualche motivo imprevedibile, cellule tumorigene
Il numero di cellule presenti nel preparato e la loro vitalità
Il mio desiderio di contribuire con la verifica dal punto di vista della caratterizzazione era per aggiungere una valutazione indipendente di tali caratteristiche che sono alla base delle note discussioni. Ulteriore stimolo a questa indagine mi è pervenuto dal confronto di alcuni specialisti clinici , come il Prof Bach ed il Dott Villanova , che sono stati testimoni di importanti risultati clinici, che mi pare che in Italia siano stati completamente “dimenticati” da chi invece dovrebbe proprio partire dai risultati clinici per intraprendere ulteriori studi, sia per verificarne la validita’ e riproducibilita’ con metodo scientifico rigoroso ed eventualmente anche per determinare i meccanismi d’azione responsabili di tali effetti clinici.
Prof. Camillo Ricordi
Fine