LA COMMISSIONE SANITA’ A PALAZZO DUCEZIO DI NOTO -NESSUNA CHIUSURA

Per il periodico Informa Sicilia a cura di Anna Rita D’Amico

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Determinazione, fermezza e chiarezza della 6° Commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana presieduta da Giuseppe Digiacomo, del Governo regionale con l’assessore della Salute Lucia Borsellino e dell’Asp di Siracusa con il commissario straordinario Mario Zappia e i direttori sanitario e amministrativo Anselmo Madeddu e Vincenzo Magnano, hanno caratterizzato la seduta straordinaria della Commissione regionale a Palazzo Ducezio, a Noto, convocata per chiarire il futuro dell’ospedale Trigona: nessun ridimensionamento o chiusura del nosocomio netino, piuttosto il suo potenziamento all’insegna della complementarietà con l’ospedale Di Maria di Avola, secondo la logica degli Ospedali Riuniti, con l’incremento complessivo ad oltre 300 posti letto per acuti, lungodegenza e riabilitazione e, primo caso assoluto in Sicilia, con l’integrazione pubblico/privato attraverso non più un accordo con le sole cliniche private siracusane come si era deciso in un primo tempo, ma un project financing europeo per l’individuazione delle cliniche private che vorranno portare a Noto reparti di eccellenza.

E il bando è pronto per essere pubblicato dall’Asp di Siracusa con il parere e il sostegno favorevole, confermato dal presidente Digiacomo, della 6° Commissione. Si riparte da una situazione consolidata – ha affermato il presidente della Commissione Digiacomo – in cui i due ospedali avranno tra acuti e post acuti oltre trecento posti letto”.

E’ questo ciò che in sintesi è stato deliberato e comunicato alla cittadinanza in una composta seduta pubblica voluta dal presidente della Commissione Sanità Digiacomo, alla quale sono stati invitati sindaci, deputati e rappresentanze sindacali, che ha visto l’assessore Borsellino sul piano politico e il commissario Zappia sul fronte tecnico, determinati a fugare ogni dubbio e a rassicurare definitivamente la popolazione non soltanto sulle scelte politiche relative ai servizi sanitari nella zona sud del siracusano, ma anche sul nuovo piano di riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana che prevede potenziamenti e non tagli di posti letto e di servizi sanitari.

 “Lo sforzo che sta facendo questo governo – ha esordito l’assessore Lucia Borsellino – è di portare a termine un progetto che è stato già delineato nella sua complessità e che oggi, anche in accordo con la comunità che mi auguro lo apprezzi, possa trovare effettivamente espressione. Lo scopo è quello di valorizzare alcune funzioni per acuti di questo ospedale che non trovano rispondenza nel nosocomio qui vicino di Avola, perché il modello che viene proposto all’interno della nuova rete ospedaliera regionale è quello degli Ospedali Riuniti. Oggi noi per potere giustificare di fronte al governo nazionale un cambio di rotta e quindi una mancata chiusura dell’ospedale, abbiamo identificato nel modello degli Ospedali Riuniti, e quindi nell’unificazione in un unico presidio ospedaliero, per quanto con due stabilimenti, uno ad Avola e l’altro a Noto,  la possibilità di mantenere in vita due ospedali che avendo ciascuno meno di 120 posti letto avrebbero dovuto passare dalla scure della legge Balduzzi che ne decretava la chiusura.  Questo non avverrà nella misura in cui però sia chiaro il principio che questi due stabilimenti facciano parte di un unico ospedale, con un bacino del personale che sarà unico, le discipline che sono ad Avola apparterranno all’altro e viceversa, con i cittadini di Avola che avranno la possibilità di vedere allargata l’offerta sanitaria su Noto e viceversa. Il disegno che andiamo a realizzare, quindi, non va visto in maniera diminutiva se non nel senso di una complementarietà rispetto alle discipline che sono presenti nel presidio dello stesso distretto. Sulla base di questo principio andremo ad attuare in questo territorio, per la prima volta in Sicilia, un progetto che vuole salvaguardare le funzioni per acuti attraverso una piena integrazione tra pubblico e privato. Questo potrà accadere attraverso l’avvio di una procedura ad evidenza pubblica che porterà alla dislocazione a Noto, per chi ovviamente vorrà aderire, di posti letto per acuti in discipline che sono assolutamente carenti in questo territorio e di cui invece c’è richiesta, confermata dai dati di mobilità passiva cui il territorio è costretto a ricorrere per discipline che non sono attualmente presenti. Le stesse saranno complementari con quelle di Avola affinché non ci sia una duplicazione e si possa sostenere questo modello da tutti i punti di vista. 

Nel contempo, sino a quando non si consoliderà questo percorso, noi riteniamo di dover mantenere attive le discipline che in questo momento sono presenti anche per impegnare le istituzioni affinché questo processo di dislocazione di posti letto avvenga nel più breve tempo possibile e non si determini un impiego inopportuno di risorse laddove ci siano duplicazioni di attività”.

Il commissario straordinario Mario Zappia  ha tracciato un excursus ed illustrato gli aspetti tecnici del nuovo assetto: “Per l’integrazione con il privato – ha detto –, accantonato l’accordo stipulato nel 2011 con le case di cura siracusane poiché non più sostenibile, in accordo con l’assessorato che ha riconfermato nel nuovo piano regionale la possibilità dell’integrazione con il privato,  abbiamo predisposto un bando ad evidenza pubblica europea che è già pronto, per aprire a tutti coloro che ne avessero intenzione e convenienza, con requisiti di qualità previsti all’interno e con gli obblighi di fornire una assistenza integrata anche con la parte pubblica. Circa la tempistica, lo spostamento dei reparti ad Avola avverrà, come più volte ribadito, contestualmente all’ingresso delle nuove strutture private nell’ospedale di Noto. Questa vicenda – ha ricordato il commissario – con la determinazione nel 2009 di dislocare i posti letto per acuti ad Avola e di post acuzie a Noto con una programmazione definita in tal senso, ha portato ad un periodo di battaglia tra le due comunità, ovviamente legittima, ognuno per difendere il proprio diritto alla salute, ma poi si è arrivati ad un compromesso, a mio avviso utile ad entrambe le comunità, che oggi viene rafforzato dall’indirizzo politico del nostro governo che vuole garantire l’aumento dell’offerta sanitaria nella zona sud.

Da commissario di tutta l’Azienda sanitaria devo riconoscere comunque che tutta la zona sud in questo momento ha bisogno non solo dei reparti per acuzie ma anche di tutta quella parte di servizi territoriali per la post acuzie da dislocare nei comuni della zona sud fino a Portopalo, dove sono già in itinere progetti così come su tutto il territorio provinciale nell’ottica di una visione globale dei servizi sanitari offerti su tutta la provincia secondo i bisogni di salute accertati”.  

A cura di Anna Rita D’Amico